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a cura di Tom's Hardware

Aberrazione cromatica

Le fotocamere del costruttore giapponese hanno sempre adottato efficaci sistemi di correzione dei difetti dell'obiettivo in camera e questa DMC-RX 100 VI non sfugge alla regola, malgrado il processore d'immagine non riesca del tutto a controllare l'aberrazione cromatica laterale che si verifica alle focali più corte:

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In situazioni in cui il contrasto è particolarmente elevato, è visibile un residuo di aberrazione cromatica laterale a 24 mm con lievi frange magenta e verdi

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A 200 mm l'aberrazione cromatica laterale è sostanzialmente invisibile

Vignettatura

Date anche le aperture massime non particolarmente elevate, la già bassa vignettatura a T.A. è corretta dal processore e risulta invisibile.

Distorsione

Anche la distorsione intrinseca dell'obiettivo, non trascurabile scattando in RAW, diventa impercettibile grazie alla correzione effettuata dal processore d'immagine.

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Distorsione a 24 mm

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Distorsione a 200 mm

Riflessi

Il noto rivestimento Zeiss T* riduce la luce parassita e le immagini fantasma.

Anche in condizioni di pieno controluce, il comportamento è davvero ottimo, i riflessi sono pressoché invisibili, mentre è presente solo qualche bagliore in corrispondenza di forti sorgenti di luce:

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Coma

Coma visibile al bordo a 24 mm a T.A., assente a 200 mm:

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Coma a 24 mm (sinistra) e a 200 mm (destra), crop 1:1

Stabilizzatore

La nostra prova prevede scatti a 1/30, 1/15, 1/8, 1/4 e 1/2 di secondo. Lunghezza focale 100 mm. A sinistra stabilizzatore disattivato, a destra attivato:

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1/30 s

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1/15 s

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1/8 s

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1/4 s

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1/2 s

Ci saremmo aspettati qualcosa di più riguardo all'efficacia dello stabilizzatore ottico integrato nello zoom. A 1/15 s a mano libera l'immagine senza stabilizzatore è già mossa, come prevedibile, mentre con lo SteadyShot inserito è ancora bella ferma. Tuttavia, da 1/8 s in giù, anche con lo stabilizzatore attivato, le immagini risultano mosse, ovviamente molto meno che senza. In base ai nostri test, possiamo attribuire un'efficacia di circa 2 f/stop.

Macro

La minima distanza di MAF di questo obiettivo si ottiene alla focale di 24 mm, con un rapporto di ingrandimento non particolarmente elevato. In posizione tele la minima distanza di messa a fuoco si sposta a circa 1 m.

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A 24 mm la distanza minima di MAF è nell'ordine degli 8 cm dalla lente frontale dell'obiettivo

Bokeh

Il sensore da 1", in combinazione all'apertura massima del diaframma, non permette di "staccare" adeguatamente il soggetto dallo sfondo. Per certi tipi di fotografia (paesaggio, fotografia di gruppi di persone ecc.) questo è un vantaggio in quanto la profondità di campo elevata permette di mettere a fuoco su più piani anche quando si usa il teleobiettivo, in altri casi - come ad esempio i ritratti - manca il tanto ricercato effetto bokeh, che in sostanza si può ottenere soltanto sulle focali tele ed il soggetto abbastanza vicino alla camera, aprendo tutto il diaframma.

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Questa immagine è stata scattata alla focale di 200 mm e a tutta apertura: come si vede, benché sia stato a messo a fuoco il motoscafo, il background e il foreground sono ancora a fuoco

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L'unico modo per avere delle aree fuori fuoco e quindi un minimo di bokeh è quello di riprendere col teleobiettivo un soggetto abbastanza ravvicinato

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