Recensione Parrot Bebop 2

Un drone leggero e preciso che grazie ai suoi automatismi è perfetto per i principianti. Si controlla via smartphone, ma i prezzi degli accessori sono un po' alti.

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a cura di Giancarlo Calzetta

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Parrot Bebop 2 Drone

 

Un quadricottero leggero, semplice da usare e divertente. Ideale per iniziare senza troppo impegno, allo stesso prezzo si trovano concorrenti temibili, ma più impegnativi.

Parrot Bebop 2 Drone

CONTRO: Il controllo tramite app è meno preciso di quello via radiocomando. Radiocomando opzionale e molto costoso; Videocamera migliorabile.

VERDETTO: Sicuramente valido per i principianti, anche chi pilota droni da un po' lo troverà divertente.

Parrot è stata una delle prime aziende a dedicarsi ai droni per il grande pubblico e ha avuto il grande merito di sdoganare questi divertenti giocattoli hi-tech.

Di acqua sotto i ponti rispetto ai primi AR Drone ne è passata e i prodotti si sono evoluti fino ad arrivare a questo Bebop 2, un drone quadricottero che monta una bella foto/videocamera frontale da 14 megapixel in grado di girare video in full HD.

Disponibile in due colorazioni, quello che abbiamo provato era quasi juventino nel suo bianco e nero, ma esiste una versione filo-milanista in nero e rosso. Volendo si può comprare una batteria extra di colore diverso e creare un mix.

01 apertura

I materiali usati sono i soliti, ormai rodatissimi, che si trovano su tutti i droni: resina, abs e polistirolo. In questo modo, il peso resta molto contenuto e in soli 500 grammi abbiamo un velivolo dall’autonomia ragionevole, stimata in 25 minuti dalla casa e verificata in una ventina di minuti da noi, completo di videocamera stabilizzata e una linea piacevole.

Nella scatola si trovano, oltre al drone e alla batteria da 2700 mAh, otto eliche, un attrezzo speciale per bloccarle sui perni dei motori, il caricabatterie con gli adattatori per usarlo nei vari paesi del mondo e qualche foglietto di istruzioni.

02 interno scatola JPG

Il Bebop 2 viene riposto nella scatola con le eliche smontate, per evitare danni e rendere la confezione più compatta. Onestamente, avremmo gradito una soluzione che ci evitasse di dover riconnettere le eliche ogni volta.

Strutturalmente, molte delle soluzioni sono state ereditate direttamente dalla prima versione del Bebop. Adesso la batteria non è più assicurata allo chassis da uno strap in velcro, ma per il resto la carlinga è molto simile.

La videcamera è ancora piazzata sul “naso” del drone, posizione che è stata criticata in passato per il fatto di esporre l’ottica a urti potenziali danni, ma anche lodata perché permette riprese grandangolari molto spettacolari senza inquadrare alcuna parte del velivolo.

Fronte lente JPG

La lente frontale è molto esposta durante il volo, ma a riposo può contare sulla protezione di quel tappo in plastica.

Anche le eliche sono uguali a quelle del suo predecessore, con quelle nere piazzate dietro e quelle bianche o rosse davanti.

Preparazione, documentazione e primo approccio

Una volta estratto il drone dalla scatola, appare ancora evidente che non c’è modo di trasportarlo montato. Questa è una caratteristica comune a molti dei droni di medie e grandi dimensioni, ma dover smontare e rimontare le eliche ogni volta è un’operazione un po’ noiosa.

In compenso, le operazioni preliminari per il volo si compiono in pochi minuti. Basta fissare le eliche ai motori (tutti brushless, ovviamente), scaricare il software e verificare che la carica della batteria sia sufficiente al primo volo.

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