Recensione cuffie Plantronics BackBeat Pro Wireless

Recensione delle Plantronics BackBeat Pro Wireless, un modello di cuffie con tecnologia di riduzione attiva del rumore, NFC, Bluetooth e una buona autonomia.

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a cura di Sherri L. Smith

Plantronics BackBeat Pro Wireless

 

Le Plantronics BackBeat Pro Wireless cuffie che racchiudono molte funzioni dedicate agli appassionati di tecnologia. NFC, Bluetooth ad ampia portata, batteria al litio ricaricabile, riduzione attiva del rumore e altro ancora. Difficile trovare di meglio.

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CONTRO: Dimensioni ingombranti, telecomando a filo non incluso.

VERDETTO: Le cuffie Plantronics BackBeat Pro Wireless offrono un suono pieno, una buona riduzione attiva del rumore e più di 24 ore di autonomia.

Introduzione

Ecco a voi le cuffie che possono adattarsi a quasi ogni situazione. In qualche modo Plantronics è riuscita a inserire l'NFC, la riduzione attiva del rumore e la connettività Bluetooth con una portata di circa 90 metri nelle BackBeat Pro Wireless, disponibili online a circa 160 euro. Come se non bastasse, queste cuffie hanno un suono potente e abbastanza preciso e un'autonomia di più di 24 ore. Questi sono soltanto alcuni dei motivi per cui le Plantronics BackBeat Pro sono fra le migliori cuffie disponibili sul mercato.

Design

Le BackBeat Pro hanno un design accattivante e funzionale. Non faranno girare la testa in mezzo alla strada, ma queste cuffie offrono spunti interessanti. Le griglie decorative argentate su ogni padiglione aggiungono un tocco chic a quello che altrimenti sarebbe un dispositivo dal look poco appariscente.

L'archetto è rivestito in morbida simil-pelle nera. Sulla parte superiore si nota un leggero motivo diagonale, mentre la parte a contatto con la testa ha un motivo a tessuto che nasconde una morbida striscia di schiuma.

plantronics backbeat pro

Una piccola etichetta viola con il logo "Pro" aggiunge una nota di colore, ma i miei elementi preferiti del design sono gli estensori metallici argentati con un motivo ispirato agli equalizzatori. L'interno dei cuscinetti è realizzato in morbida schiuma rivestita di simil-pelle.

Grazie a una serie di giunti rotanti, i cuscinetti possono ruotare di 90 gradi e appiattirsi per consentire alle cuffie di accomodarsi nella borsa in nylon nero inclusa nella confezione.

Controlli e Sensori

Plantronics ha inserito molte funzioni in queste cuffie. Premendo il padiglione destro si può rispondere alle chiamate, mantenendo premuto il pulsante per diversi secondi avvia la procedura di accoppiamento Bluetooth, mentre ruotando l'anello circolare dentellato sull'esterno del padiglione si può regolare il volume.

L'interruttore per l'accensione si trova nella zona posteriore, insieme a una fila di LED allineati alla griglia e in grado d'indicare la carica della batteria. C'è anche un pulsante inferiore per attivare OpenMic, una funzione esclusiva di Plantronics che permette di regolare la quantità di rumore ambientale che si vuole sentire attraverso le cuffie.

backbeat pro pouch

Per avviare la riproduzione musicale e mettere in pausa le canzoni si preme il padiglione sinistro, mentre l'anello esterno serve per controllare l'avanzamento e lo scorrimento all'indietro delle tracce. Un interruttore permette di accendere la riduzione attiva del rumore. Sul fondo del padiglione ci sono un jack audio da 3,5 mm e una porta micro USB per la ricarica. Infine, il padiglione sinistro contiene anche un chip NFC, usato per abbinare le cuffie ad altri dispositivi.

Sensori intelligenti nascosti in entrambe i padiglioni mettono in pausa automaticamente la musica e disattivano la riduzione del rumore quando si tolgono le cuffie.

Comfort

Con un peso di 328 grammi, le BackBeat Pro sono piuttosto ingombranti rispetto ai 195 grammi delle Bose QuietComfort 25. Le Phiaton Chord MS 530 pesano invece 289 grammi.

Nonostante le dimensioni, non abbiamo mai avvertito il peso delle BackBeat Pro, nemmeno dopo ore di uso consecutivo. La combinazione di similpelle e schiuma si è accomodata immediatamente alle mie orecchie, circondandole di morbidezza. L'unico momento di scomodità l'ho avvertito nei giorni particolarmente caldi, perché i cuscinetti hanno intrappolato calore intorno alle orecchie, facendo scendere il sudore intorno ai bordi.

Cavi audio

Le BackBeat Pro sono cuffie wireless, ma un cavo audio può sempre essere utile. Per questo motivo Plantronics ha deciso d'inserire un cavo da 150 cm.

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Sfortunatamente, il cavo funziona solo cn dispositivi Apple, quindi non siamo riusciti a usare il telecomando a filo per cambiare traccia o regolare il volume sui nostri smartphone Android e Windows Phone. Plantronics ha in catalogo un cavo audio standard, ma bisogna sganciare una quindicina di euro.

Riduzione del rumore

Le BackBeat Pro offrono un'efficiente riduzione del rumore, grazie a quattro microfoni nascosti strategicamente nelle griglie d'alluminio. Quando si combina questa funzione con l'isolamento acustico passivo creato dai padiglioni si ottiene una vera e propria fortezza silenziosa nella propria testa.

In un confronto con le Phiaton Chord MS 530, le Pro hanno svolto un lavoro di gran lunga migliore nella riduzione del rumore. Le cuffie hanno funzionato bene nel nostro ufficio, zittendo immediatamente i discorsi a voce alta dei nostri colleghi e trasformando le conversazioni in flebili sussurri. Con le Phiaton invece i dialoghi dei colleghi erano più chiari e si riusciva a sentire anche il ticchettio quasi ritmico delle tastiere.

plantronics backbeat pro phone

Le Pro hanno bloccato anche la maggior parte dei suoni della metro di New York; trasformando il suono di una fisarmonica di un'artista di strada davanti a me in un soffocato brusio. In confronto, con le Phiaton 530 sono riuscita a sentire quasi ogni annuncio della metropolitana, così come l'indesiderato e improvvisato concerto con la fisarmonica. Inoltre, la superficie piatta dei cuscinetti delle 530 impedisce a queste cuffie di fornire un isolamento passivo elevato.

Complessivamente, le BackBeat Pro offrono una buona riduzione attiva del rumore, ma non riescono a competere con le Bose QuietComfort 25. Le QC25 riescono a creare uno spazio tranquillo in una tempesta di rumori, in qualsiasi situazione. In ufficio, quasi tutte le conversazioni sono diventate bisbigli e non sono riuscita a sentire neanche un singolo click sulla tastiera. L'assalto sonoro del suonatore di fisarmonica si è ridotto a una tonalità quasi inavvertibile.

OpenMic

Oltre alla riduzione attiva del rumore, le cuffie BackBeat Pro hanno una funzione unica chiamata OpenMic che si attiva premendo un pulsante. OpenMic permette al suono ambientale di passare nelle cuffie, mettendo in secondo piano qualsiasi altra cosa in riproduzione.

Dopo aver abilitato la funzione si può regolare il volume del rumore esterno usando l'apposita rotella sul padiglione. Plantronics dice di aver aggiunto questa funzione in modo da poter sostenere una conversazione senza togliere le cuffie. A metà volume, potevo sentire ciò che stava dicendo il mio partner, ma continuavo a distrarmi dal ritmo in sottofondo. Disattivando completamente la musica invece mi ha permesso di partecipare attivamente alla conversazione.

Un beneficio "collaterale" di OpenMic è che si possono origliare le persone intorno, visto che si dà la sensazione di ascoltare la musica e non i loro discorsi. Non che l'abbia fatto, sia chiaro.

Prestazioni

C'è una linea sottile fra il volume e i dettagli, e Plantronics la percorre con sicurezza. Mentre ascoltavo Blue Magic di Jay Z le mie orecchie erano deliziate dai colpi potenti dei bassi, dal suono pieno , dalle percussioni definite e dalla fluida cadenza del rapper.

La separazione dei suoni era netta, e permetteva alla voce calda di Pharrell in sottofondo di accompagnare gentilmente i suoni degli strumenti. La stessa canzone sembrava un eco distante con le Phiaton 530. Non solo il volume era significativamente più basso, me le 530 mancavano di dettagli. Le Bose QuietComfort 25 avevano più volume e precisione delle MS 530. Tuttavia, confrontandole con il suono più bilanciato delle BackBeat Pro non ho potuto fare meno di notare che gli alti erano più duri sulle QC 25.

plantronics backbeat (4)Le 530 si sono comportate meglio con My Immortal (Band Edition) degli Evanescence, producendo un suono più coeso, abbinato agli archi chiari, al pianoforte corposo e alla cadenza dei vocalizzi. Le QC 25 potevano contare su un volume migliore, così come su violini più chiari. Tuttavia, le Pro avevano più dettagli, in modo particolare quando le campanelle suonavano lievemente in sottofondo.

Questo non significa che le BackBeat siano perfette. Le cuffie sono state messe in crisi dai bassi potenti di Love Lockdown di Kanye West. I vocalizzi dell'autotune suonavano ancora più distorti abbinati ai bassi confusi.

Senza la riduzione attiva del rumore sono riuscita a sentire le conversazioni dei passeggeri della metro a metà volume, e si sente anche un notevole calo della qualità sonora.

Bluetooth

A differenze della maggior parte delle cuffie wireless, che si possono accoppiare soltanto con un dispositivo per volta, le BackBeat Pro si possono sincronizzare con due dispositivi simultaneamente. Questa funzione si è rivelata molto utile mentre stavo guardando un film su Netflix usando il mio tablet Nvidia Shield. Nel bel mezzo del film è squillato il mio Moto X, ho premuto il pulsante "Telefono" sulle cuffie e l'audio del film si è messo in pausa per passare a quello della telefonata.

Una volta finita la conversazione le cuffie sono ritornate all'audio del tablet, annunciando l'operazione con un messaggio sonoro. Da qui mi è bastato premere il tasto Play sulle cuffie per ritornare al mio film.

L'accoppiamento dei dispositivi è semplice. Dopo aver reso visibile il mio Moto X, ho premuto il tasto "Telefono" sul padiglione destro per 2 secondi fino a sentire il messaggio di una voce femminile che mi avvisava del pairing. Ci sono voluti appena 2 o 3 secondi per far sì che il mio telefono trovasse le cuffie e si sincronizzasse. Una volta completata l'operazione la voce ha annunciato il buon esito della procedura e ha confermato che il telefono era collegato.

NFC

Tenere premuto un tasto vi sembra un'operazione troppo noiosa? Plantronics ha pensato a voi inserendo un chip NFC nelle BackBeat Pro per permettere di eseguire il pairing con un singolo tocco. La procedura è abbastanza semplice. Dopo aver abilitato l'NFC sul Moto X ho avvicinato il telefono al padiglione sinistro e subito dopo ho sentito un segnale acustico, seguito dalla rassicurante voce femminile che mi avvisava della conclusione dell'operazione.

Portata Bluetooth

Quando si parla di dispositivi Bluetooth solitamente ci si aspetta una portata di circa 10 metri, grazie a segnali radio Class 2. Plantronics ha invece inserito nelle BackBeat Pro la tecnologia Bluetooth 4.0 con segnali radio Class 1, aumentando significativamente la portata delle cuffie fino a 90 metri.

Anche a una distanza di 45 metri dal mio Moto X il suono delle BackBeat Pro è rimasto forte e chiaro. In confronto, le Phiaton Chord MS hanno una portata di circa 13 metri.

Autonomia

Secondo Plantronics la batteria al litio delle cuffie BackBeat Pro può durare fino a 24 ore con una singola carica, riproducendo musica tramite Bluetooth e mantenendo accesa la riduzione attiva del rumore. Usando la riduzione del rumore senza collegamento Bluetooth, le stime dell'azienda parlano di cira 60 ore di autonomia.

In confronto, le Bose QuiteComfort 25 possono durare fino a 35 ore con una singola batteria AAA.

Phiaton stima invece che le MS Chord 530 possano durare fino a 18 ore con la riduzione attiva del rumore, e 30 ore senza questa funzione.

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Nel mese in cui ho usato le cuffie raramente mi sono dovuta affidare ad un caricatore. Ci ho messo un'intera settimana per portare la batteria a metà, e la voce femminile mi ha avvisato gentilmente del livello di carica durante un viaggio in treno dal Bronx a Brooklyn.

Gli indicatori LED della batteria hanno raggiunto la soglia critica rossa poco dopo aver superato la soglia di un mese. Una volta esaurita la carica, mi è bastato inserire il cavo audio per continuare a rockeggiare. Anche senza la funzione di riduzione attiva del rumore, la musica continuava a suonare nelle mie orecchie. Quando ho raggiunto un caricatore, ci sono volute circa 3 ore per una carica completa.

Per aiutarvi a preservare ulteriormente la batteria, Plantronics ha studiato la modalità DeepSleep, che mette le Pro in ibernazione quando il dispositivo connesso è lontano dalle cuffie.

Chiamate vocali

I microfoni installati sulle BackBeat Pro sono utili anche quando si tratta di fare una telefonata. Il suono delle chiamate è potente a chiaro, per entrambi i lati della conversazione, anche durante le mie passeggiate nel frenetico caos di Times Square. In alcuni casi i miei interlocutori mi hanno riferito di aver sentito qualche clacson.

Conclusioni

Bluetooth? C'è. NFC? C'è. Autonomia estremamente lunga? C'è. Buona qualità sonora? C'è. La strategia di Plantronics ha permesso di creare un prodotto vincente. Le BackBeat Pro hanno molte funzioni utili racchiuse in un paio di cuffie comode in grado di fornire un suono forte e preciso. La riduzione attiva del rumore permette di creare una bolla di silenzio, ma la funzione OpenMic rende il mondo esterno a portata di click sull'apposito pulsante. Inoltre, le cuffie possono essere abbinate a due dispositivi contemporaneamente. Una cosa utile se si ha un tablet e uno smartphone, o due smartphone.

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Per chi mette la pace e la quiete sopra ogni cosa, le Bose QuietComfort 25 offrono una tecnologia di riduzione attiva del rumore superiore in un prodotto dal design più snello e leggero. Tuttavia, se volete puntare sul Wireless, le Plantronics BackBeat Pro svettano ai primi posti delle migliori cuffie sul mercato per gli appassionati di tecnologia e di musica.

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