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a cura di Mauro Piatti

La EOS 6D Mark II ha una sezione video simile a quella della più datata EOS 5D Mark III e sicuramente molto meno sofisticata di quella della recente Mark IV, che offre anche la possibilità di ripresa in 4K.

Le dimensioni del filmato selezionabili non sono molte: offre infatti solo la possibilità di girare a 1080p Full HD in MPEG 4 a 50 fps (60 in NTSC), oltre che a 25 fps (metodo di compressione IPB inter-frames Standard o Light), e ciò rappresenta la maggior novità rispetto alla EOS 6D e alla 5D Mark III. Inoltre, può registrare in HD a 720p con un frame rate di 50 o 25 fps sempre in IPB Standard o Light.

È disponibile anche il filmato Time Lapse, questa volta in 4K, a 3840 x 2160 (30 e 25 fps) MP4 o FHD1920 x 1080 (30 e 25 fps) ALL-I. Il formato ALL-I è selezionabile solo per il filmato Time Lapse, mentre nella EOS 6D si poteva decidere di applicarlo per tutte le risoluzioni.

Una caratteristica disponibile su questa reflex è il Movie Servo AF, che consente la tracciabilità dei soggetti durante le riprese grazie all’AF continuo, pur con il limite di un’unica area di MAF spostabile, oppure con il face detector. All’efficacia delle prestazioni contribuisce il sistema Dual Pixel CMOS AF. E’ possibile, fra l’altro, variare la sensibilità e la velocità dell’AF nella ripresa dei video.

L'uscita HDMI non compressa non è stata inclusa in questo modello, che offre comunque un’elevata versatilità in altri ambiti, come la possibilità di scegliere i parametri di esposizione (tempo e diaframma, compensazione), come anche di variare il bilanciamento del bianco, il Picture Style ecc.

Come accennato, questa reflex dispone anche della modalità di ripresa Time Lapse che consente di registrare sino a 100 fotogrammi intervallati da 1 sec. a 100 ore.

Efficace lo stabilizzatore elettronico a 5 assi (agisce solo in modo video), come si vede negli esempi seguenti:

L’audio è affidato ad un microfono interno stereo o ad uno esterno collegabile mediante mini-jack da 3,5 mm. Il formato è PCM/AAC lineare. Il livello di registrazione può essere regolato anche manualmente. Manca la presa per il monitoraggio audio in cuffia.

Impressioni d’uso

La EOD 6D Mark II è una reflex full frame di fascia media, basata sulla filosofia della sua progenitrice 6D che ha reso popolare, soprattutto in termini di costo, il formato full frame. La qualità costruttiva è allineata agli standard Canon per questa categoria di prodotti, così come il feeling che trasmette. Le dimensioni e il peso sono ragionevolmente contenuti per essere una reflex FF - 144 x 110,5 x 74,8 mm per 785 g il solo corpo (solo 4 mm più profonda della EOS 6D) – e l’ergonomia non dà adito ad alcuna critica. Grip perfetto, presa stabile, comandi ben disposti. Una ricetta consolidata che Canon ha giustamente deciso di non cambiare.

Per controllare la macchina si fa uso di due ghiere, più il controllo touch del monitor: una vicina al pulsante di scatto e una sul retro (bloccabile in caso di necessità), coassiale ad un joy-stick che sostituisce il tasto dedicato presente nei modelli più costosi per spostare il punto di MAF.

Il tasto Q permette di tenere sotto controllo i parametri principali della fotocamera, mentre con tasto INFO si può decidere di visualizzare la livella elettronica, presente anche nel mirino ottico.

Le possibilità di customizzazione sono elevate, ci sono 28 funzioni settabili dall’utente. Come da tradizione Canon, ogni tasto o ghiera è personalizzabile, al punto che si può creare una macchina su misura per le proprie esigenze.

La versatilità della 6D Mark II è elevata, come si vede anche dal video che abbiamo pubblicato prima, ma al contempo questa reflex è semplice ed intuitiva da usare, e questo è il bello: non serve nemmeno leggere il manuale d’uso, anche perché l’utile guida spiega, su richiesta, le varie funzioni di cui è dotata la macchina.

Efficace il sistema della correzione automatica della distorsione in JPEG con le ottiche originali Canon:

Cominciando ad utilizzarla, non si può che rimanere colpiti dal mirino ampio e luminoso (la copertura arriva al 98% con un rapporto d’ingrandimento di 0,71 ed eyepoint di 21 mm) che sovrappone indicazioni elettroniche aggiuntive a quelle che troviamo normalmente nelle reflex. Molte informazioni, tutte utili, tali da non far rimpiangere l’EVF di una mirrorless. Grazie a questo mirino, in cui può essere visualizzata anche la griglia per la composizione delle immagini e le linee che delimitano il formato d’aspetto, non è necessario cambiare lo schermo di messa a fuoco, che infatti è fisso.

Il monitor LCD TFT da 3” e 1,040 Mpixel, caratterizzato da un’ottima visibilità (è un Clear View LCD II…), è sia orientabile in tutte le direzioni che touch: il funzionamento è impeccabile! La sua copertura, a differenza di quella del mirino ottico, è pari al 100% dell’immagine inquadrata e la sua luminosità è regolabile su 7 diversi livelli.

Un secondo display, posto sulla parte superiore, riporta i principali parametri di scatto per un’overview immediata e può essere utile quando si riprende dall’alto:

L’otturatore è abbastanza silenzioso, ma più rumoroso di quello della EOS 6D. Esiste però la possibilità di renderlo totalmente silenzioso in modalità Live View.

A proposito di Live View, il funzionamento con lo specchio sollevato offre al fotografo un modo alternativo di scattare grazie a performance che la EOS 6D nemmeno poteva avvicinare: la differenza di velocità nella messa a fuoco è abissale rispetto ai modelli della generazione precedente grazie al sistema Dual Pixel CMOS AF, compatibile con tutte le ottiche Canon serie EF. Basti pensare che fotografando di notte, se il riquadro di MAF è puntato su una zona dal contrasto sufficiente, la stessa è immediata (senza fenomeni di focus hunting) e diventa impossibile solo se detto riquadro si trova in una zona a bassissimo contrasto, praticamente al buio! La misurazione esposimetrica (da 0 a 20 EV) avviene in tempo reale direttamente sul sensore secondo un sistema valutativo a 315 zone oppure i classici parziale, spot e media pesata al centro. È possibile ottenere buoni risultati persino nel tracciamento dei soggetti.

La reattività dei comandi è all’altezza delle aspettative per una macchina non votata ad impieghi sportivi, grazie alla potenza del processore DIGIC 7: in circa mezzo secondo dal momento dell’accensione è già operativa e pronta per scattare. Lo shutter lag è molto ridotto, 0,17 secondi con un singolo punto di MAF centrale e obiettivo Canon 50 mm f/1.8 STM. Se la macchina è in pre-fuoco, lo shutter lag è nell’ordine dello 0,06 sec! Ma la grande differenza, come abbiamo già accennato, la fa nel modo Live View. Nei processi di riduzione del rumore post-scatto agli alti ISO, la 6D Mark II impiega normalmente una frazione di secondo a completare il processo, quando il modello precedente richiedeva minimo 4/5 secondi.

Qualità dell’immagine. Una volta effettuata la micro-regolazione dell’AF su tutte le ottiche usate per la prova – il Canon EF 28 mm f/2.8 IS USM, il Sigma 50 mm f/1.4 DG HSM Art e il Canon EF 70 - 300 mm f/4-5.6 IS II USM - possiamo iniziare a scattare.

La maggior parte dei test li ho voluti effettuare comparando, in JPEG, la Mark II con la prima versione, quindi nelle medesime – identiche - condizioni, e devo dire che a differenza di quanto pensavo, osservando le immagini ridimensionate alla risoluzione del monitor (un Eizo S2243W) non ho notato differenze nella risoluzione e nel dettaglio percepiti.

Effettuando un crop 1:1 dell’immagine, una differenza, ovviamente, la si vede anche se non è poi così consistente e dipende in ogni caso dai soggetti ripresi:

Le differenze maggiori le ho trovate invece nella dinamica sulle basse luci, nel metodo di gestione del rumore agli alti ISO e, in via minore, sul bilanciamento del bianco.

Sembra infatti che la 6D Mark II tenda ad appiattire un po’ le basse luci e la cosa diventa evidente soprattutto agli alti ISO. Da una serie di prove comparative che ho effettuato, si nota infatti che l’algoritmo di riduzione del rumore è abbastanza “aggressivo” e per offrire un comportamento eccellente da questo punto di vista, migliore anche di quello già ottimo della 6D, deve “piallare” un po’ di dettagli. Per contrastare questo effetto, è spesso sufficiente ridurre l’entità della riduzione del rumore agli alti ISO, portandola ad esempio da standard a bassa, accettando un po’ di rumore in più:

Su questo modello, Canon ha svolto un buon lavoro anche nella sezione video, che pur non contemplando la possibilità di riprendere in 4 K offre un’elevata versatilità e soprattutto un funzionamento dell’autofocus all’altezza delle promesse dichiarate dal sistema Dual Pixel CMOS: fluido e progressivo (obiettivo permettendo). La qualità del girato in FHD è molto buona, sono visibili alcuni artefatti digitali su superfici dal pattern ripetitivo e la dinamica appare un po’ compressa per l’assenza di funzioni presenti nelle più sofisticate mirrorless. Ad ogni modo, assolve egregiamente al suo scopo.

Rispetto alla EOS 6D, la Mark II potenzia la sua connettività aggiungendo al Wi-Fi anche la tecnologia Bluetooth per assicurare una connessione continua con lo smartphone. Ciò garantisce una maggiore flessibilità nella trasmissione delle immagini e dei video ai dispositivi, consentendo agli utenti di condividere più facilmente il loro lavoro. Inoltre, i fotografi possono contare sul controllo remoto dal proprio smartphone, per scattare fotografie e riprendere video senza dover toccare la fotocamera. Infine, il GPS integrato tiene traccia della posizione per consentire di localizzare automaticamente il luogo in cui è stato realizzato lo scatto.

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