Il sistema AF TTL a rilevamento di fase con sensore CMOS dedicato è basato su 45 punti AF a croce f/5.6, fino a 27 punti f/8 (9 a croce), punto centrale f/2.8 e f/5.6 a croce doppia con sensibilità -3 EV.
È possibile utilizzare tutti i 45 punti AF contemporaneamente o raggruppali in zone spostabili per coprire i soggetti decentrati. In alternativa, selezionare un unico punto AF per una messa a fuoco più precisa su una specifica parte della scena.
Queste le zone di copertura:
- Spot AF (singolo di precisione)
- Punto AF singolo
- Zona AF (3 x 3 punti)
- Zona AF ampia (3 x 5 punti)
- 45 punti AF (selezione automatica)
- Possibilità di selezionare i punti AF separatamente per inquadrature orizzontali o verticali.
Purtroppo i punti AF sono concentrati nel centro del frame, ad una distanza di soli 12,5 mm da quello più a sinistra a quello più a destra, quindi l’area di copertura è piuttosto limitata.
Naturalmente è possibile effettuare la micro-regolazione dell’autofocus individuale che vengono memorizzati e ricordati per tipologia di obiettivo. Montando uno zoom, è possibile effettuare la micro-regolazioni sia sulla parte wide che tele in maniera indipendente.
La fotocamera consente poi di personalizzare il sistema AF nel menu delle funzioni custom. È possibile scegliere la sensibilità dell’inseguimento (più o meno rapida), la risposta all’inseguimento nel modo AI Servo nel caso di accelerazione/decelerazione improvvisa del soggetto, le caratteristiche dell’attivazione automatica punto AF in funzione del movimento dei soggetti, la priorità della prima immagine nel modo AI Servo ecc.
Per testare le capacità di questo sistema AF, abbiamo effettuato molte prove, decine di sequenze di raffiche a media velocità con un soggetto in corsa che si muoveva in varie direzioni rispetto alla fotocamera, sia con movimento regolare, che irregolare, rettilineo, a zig zag ecc. e abbiamo raccolto una parte dei risultati ottenuti nella seguente tabella.
N.B. Per gli scatti è stato impostato il modo AF Servo e lo scatto continuo a velocità standard; obiettivo utilizzato Canon EF 70 - 300 mm f/4-5.6 IS II USM alla focale di 70 mm e T.A.
Movimento soggetto | Area AF | Numero di scatti totale | Numero di immagini perfettamente a fuoco | Percentuale d’immagini a fuoco sul totale |
Rettilineo | Punto AF singolo | 16 | 15 | 94% |
Rettilineo | Zona AF (3 x 3 punti) | 18 | 13 | 72% |
Zig zag (parte fuori area AF) | Ampia | 23 | 14 | 61% |
Zig zag (entro area AF) | Ampia | 25 | 22 | 88% |
Movimento casuale, accelerazione massima | Ampia | 46 | 25 | 83% |
Comportamento eccellente con soggetti in movimento regolare, rettilineo, con velocità costante e utilizzando un unico punto di MAF a croce fra i 45 disponibili. Cambiando dal punto singolo alla zona AF con griglia 3 x 3, stranamente si nota una diminuzione degli scatti a fuoco rispetto ai totali.
Abbiamo poi provato a far muovere il soggetto a zig zag rispetto alla camera, facendolo volutamente uscire dall’area di MAF, che come accennato purtroppo è molto ridotta. Per qualche frame la MAF viene mantenuta sulla base dell’ultima posizione del soggetto, poi ovviamente sgancia e rimette a fuoco al centro. Dopo che il soggetto è rientrato nell’area di MAF, viene riagganciato ma non istantaneamente. Ovviamente lasciando il soggetto entro l’area di MAF, l’affidabilità del tracking sale molto e si sfiora il 90%.
Infine, con un movimento del tutto casuale del soggetto e impostando l’accelerazione massima nel menu custom AF, si ottiene un buon risultato, che non raggiunge percentuali altissime poiché quando lo stesso cambia direzione di spostamento improvvisamente (ad esempio si allontana dalla fotocamera di colpo) il sistema predittivo della posizione probabilmente fallisce e l’AF sgancia per un paio di frame.
Il sistema esposimetrico RGB+IR da 7560 pixel si è rivelato affidabile, soprattutto in modalità valutativa (collegata ai punti AF), con una tendenza alla sottoesposizione in situazioni critiche, come quella dell’esempio seguente, in cui vi sono evidenti variazioni di luminosità fra zona e zona: un palazzo in controluce con un LED wall al centro che proiettava, fra le varie immagini, una a sfondo bianco.
Ecco i risultati ottenuti (immagini crop di quelle originali):
Come si vede, il sistema di misurazione più efficace è quello valutativo.
La EOS 6D Mark II soffre di alcuni problemi già riscontrati parzialmente sulla 5DS R già provata su Tom’s: una gamma dinamica in RAW limitata ai valori ISO più bassi, questo significa che quando si compensa l’esposizione di +2 o 3 EV (ad esempio per schiarire le ombre nei soggetti a forte contrasto) il rumore diventa elevato. Tuttavia, tale comportamento, quando si scatta in JPEG, non desta preoccupazione, ma limita solo la capacità di elaborare i file RAW.
Il bilanciamento del bianco automatico (AWB) è affidabile e tende a tonalità più “fredde” rispetto al corrispondente della EOS 6D prima serie.
Come in tutte le reflex Canon, esiste la possibilità di attivare o meno la priorità alle alte luci e l’ottimizzazione automatica della luce su tre valori.
La prima non ci è sembrata molto efficace, nel senso che ha un effetto piuttosto contenuto.
L’ottimizzazione automatica della luce è abbastanza efficace soltanto se impostata sul valore massimo.
Non manca ovviamente l’HDR, che rispetto alla EOS 6D aggiunge la funzione “Effetto”: Naturale, Art standard, Art intenso, Art marcato e Art rilievo.