Un tribunale tedesco ha ordinato a RapidShare, popolare servizio di scambio file, di filtrare i propri contenuti in maniera attiva, impedendo ai propri utenti di caricare materiali protetti da diritto d'autore, ed eliminando i file già presenti.
Il valore dei contenuti incriminati, 5000 canzoni, è stato valutato in 24 milioni di euro, cifra che, inizialmente, molte testate hanno interpretato come una multa, forse anche a causa di errori nei servizi di traduzione automatica.
La sentenza è la conseguenza diretta della denuncia da parte della GEMA, un'associazione che riunisce circa 60.000 associati di tutto il mondo, tra autori ed editori. Secondo Robin Wauters (TechCrunch), però, per RapidShare sarà molto difficile inserire il filtro, perché molti utenti caricano file compressi protetti da password.
L'home page dell'associazione GEMA, dà l'ìdea della freschezza nelle sue idee.
In passato RapidShare aveva tentato di soddisfare le richieste della GEMA, filtrando i file con gli hash degli stessi, ma il tribunale ha ritenuto che non fosse una misura sufficiente. Lo scorso gennaio, poi, un altro tribunale decreto che RapidShare è pienamente responsabile per i contenuti inseriti dai suoi utenti.
RapidShare è nato nel 2006, e solo due anni dopo ha dovuto affrontare la causa che ha portato alla sentenza odierna. A differenza dei tracker BitTorrent, RapidShare ospita i file caricati e scambiati dagli utenti, quindi non può applicare la linea di difesa scelta da The Pirate Bay.
RapidShare probabilmente ricorrerà in appello, nel tentativo di ridurre le imposizioni volute dalla corte di Amburgo. La decisione odierna, tuttavia, influenzerà tutti i servizi simili presenti in Germania.
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