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a cura di Andrea Balena

Oggi vi proponiamo l'intervista con il brasiliano Rafael Albuquerque, classe '84, uno degli ospiti di punta dell'edizione Bgeek 2018, la fiera della cultura nerd in corso durante questo fine settimana a Bari. Rafael è un artista che si è fatto le ossa con un sacco di collaborazioni su un sacco di testate, prestando la sua matita e il suo stile unico per un sacco di eroi iconici come Superman, Batman e Lanterna Verde e per la Marvel ha brevemente illustrato un'avventura dell'amatissimo Wolverine. Ma il suo lavoro più noto, che ha fatto balzare il suo nome dappertutto, è stata la serie American Vampire, scritta con Scott Snyder e in collaborazione anche con il maestro dell'horror Stephen King, in cui racconta l'esistenza di una guerra centenaria fra stirpi di vampiri durante la storia di tutto il '900 americano.

I fumetti di supereroi sono cambiati. Non solo perché ad essere cambiato è il medium stesso in Occidente - grazie a tanti nuovi autori e idee che sfornano nuovi generi e tipi di storie - ma anche perché i supereroi stessi sono divenuti cultura di massa. Prima solo una nicchia sapeva chi fossero personaggi come Deadpool, le mille versioni di Batman o Pantera Nera, e invece tutti sanno vagamente chi sono grazie ai tanti film e universi cinematografici che fatturano miliardi di dollari mondialmente.

La versioni stampate di questi eroi immortali non sempre se la passano bene in termini puramente economici, ma a livello artistico questo mondo è rinato: i due colossi del fumetto - Marvel e DC Comics - hanno aperto i loro orizzonti a tanti nuovi e talentuosi artisti da ogni parte del mondo, non limitandosi più agli artisti locali. Molti disegnatori italiani sono stati contattati e hanno stretto accordi di lavoro nel settore fumettistico - ci vengono in mente nomi come Gabriele Dell'Otto, Carmine Di Giandomenico, David Messina o Mirka Andolfo - ma da ogni parte del mondo ogni anno sbucano nuovi nomi.

Rafael Albuquerque

Rafael Albuquerque (a destra) con Andrea Balena

Il nome di Rafael Albuquerque è legato anche a un evento abbastanza spiacevole della recente storia della DC Comics: per festeggiare i settant'anni del personaggio del Joker, molti artisti hanno realizzato delle copertine limitate per le numerose testate di Batman e compagni. La sua fu oggetto di pesanti critiche sul web perché ritraeva il personaggio di Batgirl, alias Barbara Gordon, in un'espressione di terrore mentre veniva tenuta nelle braccia dell'iconico villain, che in passato l'ha aggredita e ferita quasi fatalmente, costandole l'uso delle gambe per molto tempo. La cover voleva essere un omaggio al noto fumetto The Killing Joke, una delle storie più amate del personaggio, ma molti sul web hanno quasi messo alla gogna mediatica il tono del disegno e quali messaggi trasmetteva. Alla fine la cover non è mai stata mandata in stampa per volontà del suo stesso autore, che si è scusato pubblicamente su Twitter.

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La famigerata cover

Ieri abbiamo avuto l'onore di incontrare l'artista durante la fiera BGeek, fra uno sketch e l'altro per i suoi fan.

Benvenuto in Italia e a Bari! Come ti sembra fino ad ora questa fiera?

Sì! Sembra un bel posto e la gente sembra divertirsi e penso sia l'importante in questo genere di eventi.

Sei molto giovane e talentuoso per il settore, e hai già messo il tuo nome su molti personaggi importanti. Cosa ti ha spinto a intraprendere questa carriera da giovane?

Non sono più così tanto giovane e non mi repute così bravo, ma grazie! Fin da giovane sono sempre stato fan dei supereroi e di cartoni animati di avventura come Johnny Quest della Hannah-Barbera. Questo mi ha spinto principalmente ad apprezzare I personaggi della DC Comics principalmente. Ho proseguito il mio interesse fino al livello lavorativo, e da lì non ho mai abbandonato l'ambiente.

Il tuo lavoro più famoso è senza ombra di dubbio American Vampire, dove hai lavorato con il bravissimo Scott Snyder e persino con sua maestà Stephen King, creando un terrificante e affascinante vision su questo mostro gotico durante il ventesimo secolo americano. Dal punto di vista artistico, quali influenze sono confluite dentro I disegni di questa saga?

Penso ci siano un sacco di artisti che mi hanno ispirato durante I lavori di questo fumetto e probabilmente non riuscirei a nominarli tutti. Uno di questi sicuramente è l'italiano Ivo Milazzo, il mio eroe personale, che mi insegnato a infondere nella mia arte molta gestualità e di non essere legato troppo alla pagina. Un altro che apprezzo molto è Mike Mignola (Hellboy) per il suo fantastico uso del bianco e nero. È difficile nominarli tutti, ma probabilmente ogni cosa che vedo mi influenza.

     Dopo questo periodo in cui hai disegnato le versioni più  truculente e sporche dei succhiasangue mai viste, quale ritiene sia la tua tipologia preferita dei vampiri?

Quelli che abbiamo fatto, cioè tutti! (risata)

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Hai lavorato sia per la DC Comics e anche, per poco, con la Marvel, cosa hai imparato nella tua esperienza da una parte e l'altra?

Penso che entrambi mi abbiano insegnato molto  e vorrei sicuramente lavorare di più con la Marvel. Ma ho un ottimo rapporto con entrambe, perché nell'industria dal punto di vista dei fan è facile dire che ci sia competizione e rivalità, ma in realtà da dentro tutte queste persone sono molto amichevoli fra di loro, tanto da uscire insieme qualche volta e si confrontano spesso. C'è molto rispetto reciproco. Non è in realtà molto differente l'una con l'altra, e l'esperienza ti arriva dal lavoro e dall'incontro con il prossimo, non da una compagnia.

   Quali sono I tuoi scrittori di fumetti preferiti? E la tua scuola artistica preferita?

Mi ritengo molto fortunato per aver già lavorato con alcuni dei migliori scrittori della storia: Scott (Snyder) è fantastico, Mark Millar (Huck), Jeff Lemire (Animal Man). Riguardo le scuole artistiche direi quelle argentine e italiane, che lavorano in particolare sull'utilizzo del chiaroscuro. Cerco di costruire le mie pagine basandomi sulle sfumature, il bianco-nero.

Quali sono i tuoi pensieri riguardo la recente ondata di popolarità verso i film di supereroi?

Da fan non posso che gioire, però devo ammettere che sta diventando pure un po' troppo da seguire ora come ora, ne stanno facendo troppi! Non so se faccia bene o no all'industria dei fumetti, ma vedo molti più appassionati di questi personaggi di quando ero giovane. Sono cresciuto quando questa passione era vista come una cosa da nerd e un po' sfigata, ora tutti in minima parte sanno chi sono questi personaggi, persino mia nonna sa chi sia Capitan America! Penso sia comunque una cosa interessante, un modo alternativo per diffondere la cultura pop.

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Come ultima domanda vorrei fartene una più delicata, perché so quanto tu ne sia stato coinvolto: lo critiche pesante che hai ricevuto per la cover che hai realizzato per Batgirl. Dopo tre anni da quel momento, cosa pensi sia andato storto?

La cosa importante da sottolineare di quella cover è stato il tono con cui scelsi di fare quella cover: non fu una scelta artistica quella di rappresentarla in quella maniera. Mi piace quello stile artistico e penso che quella cover avrebbe funzionato in un altro tipo di testate. Purtroppo Batgirl, all'epoca del suo rilancio, fu ripensata per un pubblico di donne giovani e la DC Comics voleva cancellare e far dimenticare al pubblico le conseguenze di The Killing Joke con Barbara, e io non ne sapevo nulla all'epoca. Volevo solo rendere omaggio a una storia che ho adorato. Quando ho realizzato che il fumetto sarebbe stata completamente differente da quello che quell'immagine significasse, ho capito quanto fosse sbagliata per la pubblicazione. Forse stata una cover extra per una riedizione della storia originale, non avrebbe fatto scalpore, ma questo perché il target sarebbe stato diverso.

       Grazie mille per l'intervista e per il tuo tempo, ti lascio andare a fare qualche altro disegno!

Grazie a te!


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