Omegle chiude dopo 15 anni: “finalmente”, aggiungerei. La piattaforma fondata nel 2009 da un programmatore appena diciottenne, Leif K-Brooks, è diventata estremamente popolare nel corso degli anni, ma è stata anche teatro di abusi e reati non di poco conto: secondo quanto riportato da Michael Salter, solo nel 2022 ci sono stati 600.000 casi di abuso sessuale su minori.
Il sito, che contava ancora diversi milioni di utenti nonostante la perdita di popolarità degli ultimi anni, ha visto esplodere le problematiche (da sempre presenti) durante la pandemia. L’azienda ha cercato più volte di migliorare le cose nel corso degli anni, ma senza riuscirci più di tanto.
"Non sapevo davvero cosa aspettarmi quando ho lanciato Omegle. Si sarebbe interessato qualcuno a un sito web che un ragazzo di 18 anni ha creato nella sua camera da letto, nella casa dei suoi genitori in Vermont, senza budget di marketing? Ma è diventato popolare quasi istantaneamente dopo il lancio e ha continuato a crescere organicamente, raggiungendo milioni di utenti al giorno. Credo che ciò abbia a che fare con il fatto che incontrare nuove persone è un bisogno umano fondamentale e Omegle è uno dei modi migliori per soddisfare tale bisogno", ha scritto K-Brooks sull’unica pagina rimasta del sito.
"Per quanto desidererei che le circostanze fossero diverse, lo stress e i costi di questa battaglia, uniti allo stress e ai costi esistenti legati al funzionamento di Omegle e alla lotta contro il suo abuso, sono semplicemente troppo onerosi. Il funzionamento di Omegle non è più sostenibile, né finanziariamente né psicologicamente. Onestamente, non voglio avere un infarto nella mia trentina".
Il fondatore del sito sottolinea però come i gravi problemi di abusi su Omegle non siano unici della piattaforma, ma estremamente diffusi: "La battaglia per Omegle è persa, ma la guerra contro Internet continua. Praticamente ogni servizio di comunicazione online è stato soggetto agli stessi tipi di attacchi di Omegle; e sebbene alcuni di essi siano aziende molto più grandi con risorse molto più grandi, tutti hanno un punto di rottura da qualche parte. Mi preoccupa che, a meno che la situazione non si inverta presto, l'Internet di cui mi sono innamorato potrebbe cessare di esistere e al suo posto avremo qualcosa di più simile a una versione potenziata della televisione, focalizzata principalmente sul consumo passivo, con molto meno spazio per la partecipazione attiva e la vera connessione umana."