La maggioranza dei lettori di Tom’s Hardware ha le idee piuttosto chiare: proibire l’uso dei social media fino a 16 anni sarebbe utile. Lo pensa il 78% delle persone che hanno risposto al nostro sondaggio, contro il 22% di persone convinta del contrario.
Il risultato lascia intendere che ci sia una crescente consapevolezza riguardo ai potenziali rischi connessi all'uso precoce e indiscriminato dei social media. D’altra parte sarebbe difficile negare che esiste un problema di cyberbullismo, con conseguenze sempre drammatiche e a volte estreme, come il caso da cui è nata questa indagine.
L'aumento dei casi di cyberbullismo non è poi l’unico problema, perché può anche capitare che qualche adolescente sviluppi problemi di dipendenza digitale. E sicuramente la maggior parte di noi può sentire che la cosa migliore da fare per “proteggere i giovani” sia proibire loro di usare o fare certe cose. Applicando lo stesso principio, in effetti, per cui fino a una certa età non è permesso guidare l’auto o usare armi da fuoco.
Tuttavia una proibizione resta sempre una limitazione della libertà, e anche se dietro c’è la volontà di “agire a fin di bene”, fa sempre bene ricordarsi che le buone intenzioni sono usate per lastricare una strada molto specifica. Similmente, è bene anche ricordare che non sappiamo per certo che questo tipo di proibizione funziona. I ragazzi e le ragazze sono bravissimi a trovare il modo di fare quello che desiderano, e qui ci sono anche delle aziende multinazionali che di certo non sarebbero felici di unirsi a questa iniziativa.
Se proibire i social media fino a 16 anni può risultare utile, in ogni caso, non può essere l’unica soluzione. Vanno considerati aspetti come la libertà di espressione o la responsabilità individuale e familiare nell'educazione digitale. E sarebbe preferibile educare tutti i giovani a non essere dei bulli (digitali o no) piuttosto che inventarci divieti per evitare che i bulli possano comportarsi come tali.
Immagine di copertina: dmitryag