La pirateria non è un reato, almeno secondo il clero. Lo si deduce da una divertente vicenda emersa a Limerick, in Irlanda, dove un prete ha confessato a un negoziante di noleggio video che nel monastero locale ogni settimana si tiene una sorta di cineforum a base di pellicole piratate.
Assicurati contenuti pirata e assoluzione per averli guardati
Tutto inizia quando il prete, cliente abituale della cineteca, commenta il premio oscar Lincoln prima che fosse arrivato nelle sale cinematografiche. "... una volta alla settimana facciamo il cineforum al monastero e lo abbiamo guardato". Uno strappo alla regola? Decisamente no, visto che il sacerdote cinefilo ha spiegato di avere visto anche "Django Unchained la settimana precedente, Les Miserables quella prima e Zero Dark Thirty quella ancora prima".
Chissà se fra le preghiere c'è quella di non essere beccati. Probabilmente no, perché secondo l'impenitente ecclesiastico i preti non ci vedono nulla di male nel guardarsi un film pirata.
Settimo comandamento
Questo però è solo l'inizio. Stuzzicato dalla storiella TorrentFreak ha deciso di dare un'occhiata alle abitudini di download di chi vive in Vaticano. Nessuna traccia della pirateria per i film da Oscar, la musica è poco popolare, le serie TV sono abbastanza gettonate, quello che sorprende - ma forse non dovrebbe - sono i titoli di dubbia morale.
Dal Vaticano con passione
Lea Lexis e Krissy Lynn sicuramente non sono due novizie, sul titolo tedesco Sklavin Zuchtigung im dunklen Hobbykeller fesselspiele non ci esprimiamo. Anche questo non è peccato?