Se il titolo di Poste Italiane è cresciuto in un solo anno del 74,16% un motivo c'è e si chiama innovazione tecnologica. La capacità dell'azienda di stare al passo coi tempi e spesso addirittura di anticipare i trend, è infatti l'arma in più che ha convinto investitori pubblici e privati. Un'ennesima conferma viene dalla notizia, passata piuttosto in sordina, dell'avvio della sperimentazione di un servizio potenzialmente rivoluzionario e "disruptive": i pagamenti via QR Code.
L'idea è davvero brillante, perché in un sol colpo risolverebbe due grandi problemi che attualmente frenano la diffusione dei pagamenti elettronici, vale a dire i costi delle transazioni via POS per gli esercenti, e il fatto che non tutti possiedono uno smartphone dotato di chip NFC per i pagamenti contactless. Tramite questo nuovo sistema invece non ci sarebbe alcun costo e ai clienti basterebbe uno smartphone con installata l'app di Poste Italiane. In questo modo tra l'altro non sarebbe possibile solo pagare gli acquisti in negozio, ma anche la fattura di qualsiasi professionista con partita IVA che rilasci fattura, dal proverbiale idraulico fino al commercialista.
Così, mentre l'attuale governo si arrovella su come aumentare l'abitudine al pagamento elettronico, Poste Italiane ha già la soluzione, almeno per i propri utenti, che comunque non sono pochi. Parliamo infatti di un potenziale bacino di utenti che conta 20 milioni di PostePay, 8 milioni di carte BancoPosta e 5 milioni di digital wallet, non male su una popolazione di circa 60 milioni di cittadini.
La sperimentazione dovrebbe partire a breve in 50 attività commerciali, tra bar e negozi del quartiere EUR a Roma. Se tutto andrà bene il servizio diventerà poi attivo e disponibile in tutta Italia già a partire dal gennaio 2020.