Perché cancellare un abbonamento è difficile? A quanto pare perché siamo tutti cretini

La FTC vuole semplificare la disdetta degli abbonamenti, ma le aziende si oppongono. I consumatori vogliono procedure più facili, mentre alcuni gruppi cercano di proteggere le aziende.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

A volte disdire un abbonamento è più difficile di quanto dovrebbe, e la questione è giunta all’attenzione delle autorità: l'antitrust statunitense (FTC) sta considerando di obbligare le aziende a rendere più facile la disdetta, un tema su cui Amazon è accusata di aver ingannato milioni di persone.

Il commissario della FTC Lina Khan ha proposto a marzo il requisito "zero-click", cioè una procedura di cancellazione semplice e indolore tanto quanto lo è stata quella per iscriversi al servizio.

"Alcune aziende troppo spesso ingannano i consumatori costringendoli a pagare per abbonamenti che non vogliono più o che non hanno sottoscritto", ha dichiarato Khan in un comunicato. "La proposta farebbe risparmiare tempo e denaro ai consumatori, e le aziende che continuano a usare trucchi e trappole per gli abbonamenti sarebbero soggette a severe sanzioni".

La risposta delle aziende è surreale come minimo, per non dire una specie di insulto.

"Se i venditori sono tenuti a consentire la cancellazione attraverso un singolo click o un'azione da parte del consumatore, le cancellazioni accidentali diventeranno molto più comuni, in quanto i consumatori non si aspetteranno ragionevolmente di rimuovere i loro beni o servizi ricorrenti con un solo click", si legge in un comunicato della News/Media Alliance riportato dal Wall Street Journal.

Insomma, se ci fosse un solo pulsante per disdire noi poveri consumatori non saremmo in grado di capirlo? E poi ci arrabbieremmo perché eh ma io non volevo mica disdire, che avete fatto? Tutto è possibile, certo, e sicuramente all’inizio qualcuno potrebbe veramente essere colto di sorpresa, ma sarebbe una bella sorpresa, qualcosa del tipo pensavo di impazzire a fare questa disdetta, e invece ci ho messo mezzo minuto. Grande. Comunque sia, ma il tono paternalistico di questo messaggio non è convincente.

Il gruppo in questione rappresenta circa 2000 giornali in USA e Canada, uniti per la gestione mercato pubblicitario. I giornali sono effettivamente tra i servizi online dove la disdetta è davvero difficile. Il gruppo raccoglie anche network pubblicitari e piattaforme televisive.

I consumatori ci vedono un trucchetto da poco per tenersi il denaro: se disdire è abbastanza difficile, l’azienda si intascherà i soldi dell’abbonato anche se lui non vuole, perché alla fine preferirà pagare quella piccola cifra piuttosto che perdere tempo e salute per disdire.

Ora scopriamo che invece no, che gli editori vogliono solo proteggerci da noi stessi. Meglio che ci pensino loro a decidere qual è il giusto livello di complicazione per una disdetta, hai visto mai che un un abbonato si cancelli per errore. Anche perché poi potrebbe persino capitare che non torna ad abbonarsi per scelta - nessuno vorrebbe mai una cosa del genere.

I consumatori invece sarebbero più che contenti di una procedura più semplice, secondo quanto riporta il WSJ. Una cosa più che comprensibile: basti pensare alle procedure di disdetta che avevamo (e abbiamo) anche in Italia, per capire di cosa stiamo parlando; il caso tipico dove per sottoscrivere un abbonamento basta dire “sì” al telefono, ma per disdire ci vuole un fax da spedire a un numero non proprio facile da trovare; ma non dovrebbe bastare una telefonata?

La FTC ha questa strana idea in effetti, secondo cui cancellare un’iscrizione dovrebbe essere tanto facile quanto sottoscriverla. Un’idea rivoluzionaria, che potrebbe minare le stesse basi dell’economia moderna, andando a minacciare in modo quasi terroristico le libertà fondamentali su cui si basa il capitalismo moderno. In effetti, mettere una persona nelle condizioni di fare una scelta che potrebbe non piacere a un’azienda è una cosa che puzza quasi di marxismo. 

Certe procedure di cancellazione sono davvero al limite dell’inganno, ma secondo la News/Media Alliance ci sono state “pochissime” lamentele. E secondo loro questo significa che i consumatori sono generalmente contenti del servizio; secondo me invece significa che molte persone sono esasperate, e non credono che lamentarsi possa servire a qualcosa. Un’ipotesi confermata da almeno alcune delle recensioni negative postate dai consumatori su siti come Trustpilot: il problema della cancellazione troppo difficile è tra quelli più frequenti.

Anche i videogiochi

Anche la Entertainment Software Association, che rappresenta diversi produttori di videogiochi, ha mosso critiche alla proposta della FTC, sostenendo che potrebbero interferire con la capacità di suggerire pagamenti ricorrenti nel bel mezzo del gioco.

"Questi metodi sono percorsi di cancellazione ragionevoli e semplici, progettati per essere efficaci e ridurre la frustrazione dei clienti, ma sembrano essere vietati da questo nuovo requisito perché non sono simmetrici all'esperienza di iscrizione", ha dichiarato la società.

Ma veramente come consumatori abbiamo bisogno che le aziende decidano per noi? Davvero saremmo così tonti da disdire per errore e poi lamentarcene? Io penso proprio che siano argomentazioni assurde, ma chissà cosa penseranno i giudici della FTC. Dopotutto, nel caso Microsoft-Activision sono emerse alcune notevoli carenze, quindi non è il caso di dare nulla per scontato.Immagine di copertina: diy13

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