Non è vero che dai buchi neri non esce niente, a quanto pare

Un nuovo studio sostiene che anni dopo aver distrutto una stella, i buchi neri espellono residui di materia.

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a cura di Marco Pedrani

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Uno studio pubblicando recentemente su arXiv afferma che circa il 50% dei buchi neri che consumano stelle ne espellerà dei residui diversi anni dopo. Gli astronomi sarebbero giunti a questa conclusione dopo aver osservato, per molti anni, diversi buchi neri coinvolti i eventi di distruzione mareale (TDE).

Questi fenomeni avvengono quando una stella si avvicina troppo a un buco nero, la cui forza gravitazionale provoca forze mareali molto forti sulla stella, sostanzialmente distruggendola. La disintegrazione della stella porta con sé anche un’elevata emissione di radiazione elettromagnetica nello spettro della luce visibile.

Il materiale residuo si accumula in un disco sottile, che viene chiamato disco di accrescimento, mentre una parte della stella distrutta viene spinta lontano dal buco nero. Il disco di accrescimento facilita il trasporto della materia verso il buco nero e quando si forma è instabile, tanto da causare spostamenti e collisioni nella materia che lo forma.

Gli scienziati che hanno condotto la ricerca hanno usato delle onde radio per osservare i getti che vengono prodotti da queste collisioni. “Se guardate anni dopo, una frazione molto, molto grande di questi buchi neri che non emettono onde radio in queste prime fasi si ‘accenderà’ improvvisamente” ha dichiarato a Live Science Yvette Cendes, ricercatrice associata presso l’Harvard and Smithsonian Center for Astrophysics.

Solitamente gli astronomi osservano queste onde radio solo per un breve periodo dopo i TDE, motivo per cui è la prima volta che si scopre che i buchi neri “espellono” della materia. Lo studio dev’essere ancora revisionato da altri scienziati, ma se venisse confermato segnerebbe un ulteriore passo avanti nello studio e nella comprensione dell’universo.

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