Il direttore de La Stampa, Mario Calabresi, ha le idee chiare sull'informazione online a pagamento: non ha futuro senza valore aggiunto. Stamani durante un'intervista rilasciata su Radio Rai1, direttamente dal Quarto Festival Internazionale sul Giornalismo di Perugia, Calabresi si è praticamente smarcato dall'ultimo trend ideologico che turba la Rete.
Mario Calabresi, direttore de La Stampa
Il buon senso digitale di Calabresi ovviamente è figlio di una conoscenza decisamente più approfondita del mezzo, rispetto agli altri colleghi. Non a caso, da quanto ha preso la direzione del quotidiano torinese la considerazione nei confronti del Web e le nuove tecnologie è cambiata.
"Mario Calabresi ha ragione da vendere. Il suo giornale – nel panorama italiano – è quello che ha accettato prima e meglio di altri la sfida del web. Il problema non è il contenitore ma il contenuto. È il valore aggiunto che può fare la differenza", sostiene Pino Bruno, giornalista Rai e autore di libri di divulgazione digitale per Mondadori Informatica e Sperling&Kupfer.
"Le news ormai si trovano dappertutto, in Rete. Ciò che manca – e che molti utenti sarebbero disposti a pagare – è semmai il commento autorevole, la scrittura di firma, l'approfondimento ragionato, professionale e di qualità . Insomma, quel di più che altri non hanno e che editori illuminati e direttori intelligenti potrebbero mettere sul piatto dell'informazione on-demand".
Il giovane direttore è convinto che una Stampa online a pagamento allontanerebbe i lettori. Sarebbe invece pienamente accettabile e giustificata un'applicazione per iPad ad abbonamento, ovviamente accompagnata da servizi aggiuntivi e contenuti multimediali esclusivi.
Non a caso proprio oggi Nielsen ha diffuso i dati sul gradimento in Internet dei giornali statunitensi nei primi tre mesi del 2010. Ebbene, le pagine web dei giornali hanno avuto 74,4 milioni di visitatori unici al mese di media (con un picco a gennaio di 74,96 milioni), il 37% di tutti gli internauti degli Stati Uniti. L'incremento rispetto all'ultimo trimestre del 2009 è stato di quasi tre milioni di visitatori unici.
"È la conferma di quanto auspicato da Calabresi: se editori e direttori propongono modelli audaci e veramente innovativi per le loro imprese, il pubblico risponde con entusiasmo", ha concluso Pino Bruno.
ringraziamo Pino Bruno per la collaborazione