Black Mirror non è una semplice serie ma è già realtà e noi ci viviamo dentro. La mente di molti potrebbe correre agli eventi dello scorso anno che hanno visto coinvolta Facebook nello scandalo dati, ma la sorpresa è che il social è in buona compagnia e anche Netflix ci profila, ad esempio registrando e conservando tutte le scelte che abbiamo fatto durante la visione di Bandersnatch, il suo primo film interattivo legato proprio alla serie TV.
A scoprirlo è stato Michael Veale, un ricercatore che, per dimostrare a fini educativi come richiedere i propri dati alle aziende, ha contattato Netflix chiedendo di prendere visione di tutti i propri dati in loro possesso, secondo le recenti direttive del GDPR e scoprendo così che il canale di streaming aveva memorizzato tutte le scelte fatte durante la visione del film e tutto questo senza aver mai chiesto esplicito consenso agli spettatori.
Netflix ha risposto dicendo che i dati sono stati conservati per "fornire consigli maggiormente personalizzati nelle visite successive" e per "stabilire come migliorare lo storytelling di Bandersnatch per sviluppi futuri". Una difesa d'ufficio in verità un po' debole.
Come in una tragica mise en abyme dunque Veale, e con lui tutti noi, ha scoperto che il personaggio di Bandersnatch, sempre più paranoico nella convinzione di essere segretamente spiato e manipolato, non era che una metafora di noi e del nostro mondo e che noi stessi siamo tracciati e manipolati mentre pensiamo di star facendo la stessa cosa a un personaggio di finzione.