Nest Hub, l’assistente vocale Google con schermo da 7”, è stato rivisto e migliorato. Ora, la seconda generazione, offre una resa sonora migliore con bassi più profondi, un’estetica in differenti colori, una costruzione più ecologica e, forse la più grande novità, la funzione “sleep sensing”, in grado di monitorare il vostro sonno.
Come è fatto
Esteticamente non è stato stravolto, anzi. Lo schermo da 7” (risoluzione di 1024x600 pixel) è il protagonista, attorniato da una cornice di circa un centimetro. Probabilmente la riduzione delle cornici sarà, come è successo nel mondo degli smartphone, il prossimo passo anche per questa tipologia di dispositivi. Tuttavia non potrà probabilmente essere azzerata, considerando che è proprio nella cornice superiore che trovano spazio i sensori (luminosità e motion sense) e alcuni microfoni. Integra anche un sensore per la temperatura.
Un interruttore, posto sul retro in corrispondenza del sensore luminoso, permette di disattivare il microfono. Un bilanciere, nel bordo destro, dietro, permette di regolare il volume. Non ci sono altri pulsanti o elementi, ma solo il connettore dell’alimentazione posto nella base, dove è inserito anche l’altoparlante da 1.7”.
Per attivarlo è sufficiente collegarlo all’alimentazione e procedere, come per tutti gli altri dispositivi Nest, alla configurazione tramite l’applicazione su smartphone.
Sleep Sensing
La principale motivazione per acquistare il nuovo Nest Hub è la presenza di questa funzione in grado di monitore il sonno, soprattutto se già ne avete uno. Si basa su una sorta di piccolo radar in miniatura, chiamato “Soli”, in grado di rilevare i movimenti della persona durante il sonno. È molto preciso, e in grado di rilevare micro movimenti.
Durante la configurazione verrà verificato se il posto in cui lo posizionerete sarà idoneo per “vedervi” e quindi monitorare il vostro sonno, e per farlo dovrete sdraiarvi nella classica posizione che prendete durante la notte. In pratica la soluzione migliore sarà posizionarlo sul comodino, e appena vi metterete a letto, un’indicazione sullo schermo vi mostrerà l’attivazione della modalità di controllo del sonno.
Ovviamente non viene valutata unicamente la posizione, ma anche altri parametri, come la respirazione, la luce e altri elementi. Se, ad esempio, vi mettete a letto a leggere, Nest capirà che non state ancora dormendo, e si attiverà solo quando sarà certo che starete dormendo. I pattern di respirazione vengono monitorati per tutta la notte, assieme a suoni come il tossire o il russare. Si tratta di informazioni che uno smartwatch, ad esempio, non è in grado di rilevare.
Chi vi scrive non ama indossare gli smartwatch durante la notte per monitorare il sonno, principalmente per due motivi. Il primo è la scomodità di dormire con un dispositivo al polso, che spesso è tutt’altro che sottile e comodo. Il secondo riguarda l’autonomia della batteria: se avete uno smartwatch con una batteria che dura un paio di giorni di media, vi ritroverete con il doverlo ricaricare durante la giornata. Nest Hub risolve entrambi questi problemi. Al vostro risveglio vi verrà mostrato un report con la durata del riposo, una valutazione sulla qualità del sonno e alcuni dettagli sul come poter migliorare il sonno.
Abbiamo effettuato dei test, confrontando i risultati ottenuti con uno smartwatch e con Nest Hub, ottenendo informazioni molto simili. Non totalmente compatibili, ma molto simili. I dati vengono ovviamente sincronizzati con il vostro account Google, potete vederli nell’app Google Fit e, se preferite, eliminarli. Specifichiamo che questa funzione dovrà essere attivata volontariamente.
Altre funzioni
Oltre alla funzione di monitoraggio del sonno, Nest Hub rimane prima di tutto uno smart speaker con assistente vocale. Permette quindi di accedere a tutte le funzioni smart di controllo domotico, riproduzione musicale e tutto il resto dell’interazione che potrete avere con Google. L’interazione può avvenire tramite la voce, con lo schermo o anche tramite delle gesture “nell’aria”; per mettere in pausa la musica, ad esempio, potrete fare una sorta di “tap” davanti allo schermo, senza toccarlo.
L’interazione con la voce funziona bene quanto con la prima versione. Google ha aggiunto un terzo microfono, ma non crediamo ci sia una reale differenza sotto questo punto di vista e probabilmente il terzo microfono è stato implementato principalmente per la funzione di rilevamento dei rumori durante la notte.
La qualità audio è più che idonea per questa tipologia di prodotto. Non è chiaramente una soluzione che dovrebbe essere preferita da chi vuole, prima di tutto, ascoltare musica. Oltretutto è possibile utilizzarlo, ad esempio, per vedere un video su YouTube, e in questo contesto va più che bene.
In altre parole, Nest Hub rimane un ottimo assistete vocale, in grado di offrire un’esperienza a 360 gradi, con in più una funzione di monitoraggio del sonno.
Verdetto
Nest Hub di seconda generazione si pone come il prodotto perfetto da posizionare in camera da letto. Ciò non valeva per il primo modello, ma l’introduzione della funzione di monitoraggio del sonno lo lega a un uso e un ambiente più specifico. Non significa che non potrete posizionarlo in cucina o in un’altra stanza, ma in questo caso non sfrutterete la principale novità.