Questa rubrica è divenuta nel tempo talmente popolare che mi capita spesso ormai di essere contattata da autori che mi sottopongono i loro libri perché io li faccia conoscere all'ampio pubblico di Tom's. Molti mi sono risultati indigesti o non meritevoli per vari motivi, altri ritengo che meritino davvero di essere letti. È il caso de Nell'occhio del fotone. Un luminoso viaggio dal Sole alla coscienza di Gianni Amerio, medico oculista con la passione per la scrittura.
L'autore mi ha scritto che la sua professione è stata "lo spunto per un discorso più ampio sulla luce, narrandone il viaggio, da quando nasce nel Sole, attraversa lo spazio e l'atmosfera, per attraversare l'occhio e diventare coscienza, dopo essere stata elaborata dal cervello come stimolo elettrico suscitato" e questo mi ha incuriosito. Effettivamente, chi meglio di un oculista può spiegare alle persone comuni come il nostro occhio vede la luce?
Ho quindi iniziato a leggere il libro con l'aspettativa di trovare spiegazioni scientificamente attendibili e competenti (oltre che comprensibili) sulla luce, un argomento che tutti abbiamo studiato in Scienze a più riprese nei vari gradi di scuola che abbiamo frequentato, ma che - a quello che si legge sul web - pochi hanno effettivamente capito.
Il primo aspetto che ho apprezzato nel libro è che l'autore non si rifugia dietro alle definizioni da manuale, che come lui stesso ammette sono la "tradizionale scappatoia per affermare tutto e nulla", ma le cita per rigore scientifico per poi addentrarsi in spiegazioni comprensibili e chiarificatrici, ben più difficili da mettere insieme rispetto al banale copia/incolla di qualche polveroso libro di testo. Anche gli esempi chiamati in causa per rendere più intuibili e fruibili i concetti sono apprezzabili, per esempio il parallelo fra la TV e i nostri occhi per capire cosa vediamo e come.
Il parallelo con gli oggetti tecnologici più diffusi è un po' il leitmotiv del libro, e questo è da una parte di grande aiuto per capire davvero come funziona l'occhio umano, dall'altra dà informazioni utili e curiose per capire anche come funziona quello che ci sta attorno, dalle antenne ai forni a microonde. Proprio il fatto che la stragrande maggioranza delle spiegazioni sia basata su conoscenze sperimentali e non teoriche innalza la fruibilità a un pubblico ampio e non necessariamente scientifico, che non avrà difficoltà a trovare un'attinenza concreta nel suo quotidiano.
L'altro elemento che ho trovato con piacere è che la scansione storica delle intuizioni e delle scoperte che riguardano la luce c'è (è immancabile), ma il libro non ne segue l'ordine temporale, che personalmente trovo molto noioso. Il libro poi non si limita all'occhio, ma chiama in causa spiegazioni ben fatte su fenomeni fisici che tutti abbiamo sentito nominare almeno una volta, ma pochi hanno capito fino in fondo di che si tratta; cito a titolo d'esempio l'effetto fotoelettrico che valse il Nobel ad Einstein e che è argomentato e trattato in un modo talmente chiaro che raramente mi è capitato di trovare di meglio. Lo stesso vale per i campi quantistici, per lo spaziotempo, per il funzionamento del Sole, eccetera. Quello che si presenta come un libro sulla luce alla fine si rivela un libro di Fisica di base a tutti gli effetti, e questo fa capire quanto la luce influenzi ben più dell'occhio umano.
Un libro che consiglio caldamente ai neofiti curiosi, così come a chi di Fisica ne mastica un po', ma ha lacune sparse qua e là che gli piacerebbe colmare almeno con informazioni di base, che siano scientificamente corrette. Oltre tutto il testo è scorrevole e piacevole, con molti spunti interessanti per futuri approfondimenti.
Da notare inoltre che i proventi dei diritti d'autore andranno a sostegno del Centro Cani Guida Lions di Limbiate, i cui occhi sono importanti per gli esseri umani che non hanno la possibilità di vedere la luce.
Per vedere tutti gli altri libri recensiti in questa rubrica fate clic qui.
Se la relatività vi appassiona la scelta migliore per approcciarla è Relatività. Esposizione divulgativa di di Albert Einstein.