Molti paesi europei, tra cui Germania, Paesi Bassi e Francia, hanno annunciato l’impegno a eliminare le centrali elettriche a emissione di CO2 dai loro sistemi elettrici entro il 2035. La decisione coinvolge diversi paesi e quasi il 50% della produzione di energia all’interno dell’Unione Europea, ma purtroppo l’Italia non è tra questi.
L’obiettivo è stato stabilito da Austria, Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi, insieme alla Svizzera, che non appartiene all’UE ma condivide le stesse politiche climatiche. In una dichiarazione congiunta, questi paesi hanno sottolineato che le misure climatiche esistenti dell'UE dovrebbero guidare l'Europa verso un settore elettrico quasi privo di CO2 entro il 2040.
"I paesi hanno un sistema elettrico fortemente interconnesso e possono beneficiare del potenziale offshore in alcune aree e di soluzioni di stoccaggio in altre", ha osservato il ministro dell'Energia ad interim dei Paesi Bassi, Rob Jetten.
Nel 2022, il 41% dell’elettricità usata in Unione Europea proveniva da fonti rinnovabili, ma ci sono forti disparità tra i diversi paesi: ad esempio, in Austria più del 66% dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili, in Francia il 70% è prodotto con il nucleare (che non produce CO2), al contrario in Polonia si fa ancora un uso intenso delle centrali a carbone, che producono enormi quantità di CO2.
Secondo le simulazioni del think-tank Ember, l'Europa potrebbe decarbonizzare quasi interamente il suo settore elettrico entro il 2035, con energia eolica e solare che potrebbero contribuire fino all'80% dell'elettricità, permettendo così di eliminare carbone e gas. Per riuscirci, sarebbero necessari investimenti iniziali fino a 750 miliardi di euro in fonti rinnovabili e reti, ma entro il 2035 i paesi avrebbero risparmiato denaro rispetto ai piani attuali, grazie a una riduzione significativa della bolletta dei combustibili fossili, ha dichiarato Ember. Questo impegno segna un passo significativo verso un futuro dell'energia più verde e sostenibile per l'Europa.