Le esplosioni di meteoriti sono comuni, ma gli eventi di queste proporzioni fortunatamente sono rari. Ne ha parlato di recente Kelly Fast, responsabile del programma di osservazione NEO (Near-Earth Objects) della NASA, spiegando che la potenza rilasciata da questo evento "è stata pari al 40 per cento di quella dell'evento di Chelyabinsk, ma è avvenuto sopra al Mare di Bering dove per fortuna non ha causato danni, quindi non ha avuto lo stesso effetto mediatico".
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L'evento è stato rilevato dai satelliti militari, che hanno informato la NASA, ma molti scienziati sono venuti a conoscenza di quanto accaduto solo di recente. I satelliti hanno effettuato le misurazioni senza precedenti del meteorite. Sappiamo poco però di questa roccia spaziale.
Gli astrofisici spagnoli che avevano analizzato frammenti della roccia spaziale caduta di Chelyabinsk avevano stimato che provenisse da un grande meteorite di categoria Apollo che passa regolarmente vicino alla Terra mentre orbita attorno al Sole. Secondo altri proveniva dalla fascia principale degli asteroidi situata grossomodo tra le orbite di Marte e di Giove. Difficile che si troveranno reperti del meteorite affondato nel mare di Bearing, quindi è complesso anche solo fare delle ipotesi sulla sua provenienza. Quello che è certo è che abbiamo ancora molto da imparare su questi corpi celesti.
Quali risorse spaziali potremo sfruttare? Per scoprirlo leggete l’interessante libro di Giovanni Bignami Oro dagli asteroidi e asparagi da Marte.