Abbiamo intervistato Masami Suda al BGeek di Bari. Se avete un'età compresa fra i trenta e i quarant'anni, avete tassativamente passato la vostra infanzia davanti a uno schermo a vivere la prima ondata di cartoni animati giapponesi sulla Tv italiana. Da Goldrake a Il Grande Mazinga, passando per Lady Oscar ad Heidi, quella che oggi viene definita Generazione Y è cresciuta seguendo questi e tanti altri prodotti d'intrattenimento provenienti dalla terra del Sol Levante.
Uno degli anime più influenti del periodo, che da solo ha sovvertito le regole e abbattuto parecchi tabù narrativi su schermo è stato sicuramente il leggendario Hokuto No Ken, conosciuto in Occidente con i nomi di First of the North Star in America o il più semplice ma iconico Ken il Guerriero da noi. Adattamento dell'omonimo manga scritto da Yoshiyuki "Buronson" Okamura e disegnato da Tetsuo Hara, le avventure post apocalittiche dell'imponente e stoico Kenshiro sono diventati un'icona generazionale, ancora oggi ricoperto di affetto e di nuovi adattamenti. Ma oltre ai nomi di Hara e Buronson, vi è un terzo legato al brand, assolutamente imprescindibile per tutti gli appassionati e che non va trascurato: Masami Suda, ossia colui che ha trasportato Ken su pellicola nel lontano 1984.
Ma la carriera del maestro non si può e non deve assolutamente essere limitata a Ken. Nel corso della sua lunga vita lavorativa, Suda ha messo mani a una quantità spropositata di opere animate dal 1967, anno del suo debutto con la Tatsunoko Production - un'azienda leggendaria per gli appassionati che ha creato personaggi come Yattaman e Gigi la Trottola - fino ad oggi che lavora da libero professionista, in cui ricopre ruoli meno attivi ma altrettanto importanti. Da Character Designer a supervisore (Sakkan), fino ad animatore chiave (Genga) e addetto all'interlacciamento dei movimenti (DÅga), non c'è un ruolo che Suda non abbia mai ricoperto. Basta vedere la lunghezza della sua filmografia per rimanere impressionati e riconoscere in lui una delle firme più influenti e prolifiche dell'animazione giapponese, se non addirittura mondiale.
A differenza delle figure statuarie e virili di Ken o dei suoi altissimi atleti di Slam Dunk, il primo impatto con il maestro Suda potrebbe stupire: è il prototipo di gentile anziano nipponico dalla figura quasi esile, elegante e posato, ma che se offertagli non direbbe mai di no a un bicchiere di birra fresca. Una volta impugnato il suo pennino, nonostante i settanta e passa anni, dimostra un'energia e una tecnica di disegno impressionante che unisce sintetismo e potenza. Ospite di punta dell'edizione 2018 della fiera BGeek di Bari, il Sensei ci ha concesso una breve ma intensa chiacchierata (mediata dal suo interprete) fra una sessione d'autografi e l'altra.
Sensei, lei ha lavorato su innumerevoli opere tra cui veri e propri fenomeni culturali come successe nella sua terra natale con Kinnikuman, spaziando a lavori importanti con la Tatsunoko e raggiungendo il livello di leggenda assoluta con Ken il Guerriero: a distanza di tutti questi anni, cosa ne pensa dell'affetto che circonda tuttora queste opere?
Trovo che il successo di Ken sia stata una cosa veramente incredibile, sono ancora stupito che ancora oggi dopo molti anni continui ad essere così tanto apprezzato! All'epoca dell'uscita mi colpì molto l'impatto culturale dirompente che ebbe, considerando che prima in Giappone le serie per ragazzi seguivano degli standard molto diversi e decisamente più leggeri, come quelle degli eroi Tatsunoko.
Lei Suda Sensei ha senz'ombra di dubbio alcuna lasciato un marchio indelebile nella storia dell'intrattenimento del sol levante, e a tal proposito: di cosa ha bisogno di un artista, ma ancor prima una Persona, per poter raggiungere dei traguardi personali così importanti?
Quando intraprendi la carriera dell'artista devi innanzitutto immedesimarti in quello che stai disegnando e cercare di tirare fuori il meglio, fino a calarsi addirittura nel soggetto. Diventare un animatore significa questo. Invece per diventare una persona che raggiunge degli obbiettivi non ci si deve distrarre troppo, senza avere dei dubbi e incertezze e andare per la propria strada. Voi giovani mi raccomando, cercate di fare lo stesso! Mettete passione in quello che fate, perché è anche col divertimento che si raggiunge la propria meta.
Nel suo lavoro di animatore, soprattutto in una carriera sconfinata e poliedrica come la sua, ricorda qualche aneddoto in particolare che nella sua immensa carriera le è rimasto impresso?
Ho un episodio in particolare, anche se non fu assolutamente divertente all'epoca: agli inizi della mia carriera lavoravo a ritmi inversi, lavoravo di notte e dormivo di giorno, finché a un certo punto ho avuto dei seri problemi di salute. Il medico che mi visitò mi disse chiaramente "Sei già morto ( la frase iconica di Kenshiro - NdR.) se continui così". Questo fu diversi anni prima che lavorassi a Ken il Guerriero, quindi ora a pensarci mi viene da sorridere.
Con una stretta di mano e auguri per il futuro, il sensei torna dai suoi fan, pronto a far felici i moltissimi fan venuti ad accoglierlo, mentre io mi rendo conto di aver appena potuto parlare in privato con una leggenda vivente.
Si ringrazia Nicholas Chirico per la collaborazione, consulenza e soprattutto amicizia.
Siete fra quei pochi che non hanno mai visto le avventure di Kenshiro? Recuperatele ora da qui!