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Il verdetto di Tom's Hardware
Nelle sperimentazioni che i lettori della rubrica dei libri scientifici del giovedì ben conoscono, ho coinvolto più volte i miei familiari, a volte con successo. Quello che non sapete è che una delle persone che è maggiormente interessata ai libri che ho sempre per le mani è mia figlia di 5 anni, che è una bambina come le altre, e per questo curiosa.
Memore delle parole di Balbi ho iniziato a rispondere ai numerosi "perché", a spiegarle cosa stavo leggendo, a farle vedere qualche documentario su Scienza e Spazio, e ho visto che suscitare la meraviglia nei suoi occhi è davvero semplice (almeno per il momento). Le ho comprato qualche libro, di quelli con le finestrelle che si aprono, le pagine ripiegate e le figure popup. Ha iniziato a portarli all'asilo e tutto d'un colpo la sua è diventata una classe di piccoli appassionati di Scienza, che disegna pianeti, razzi e astronauti, che fa esperimenti in cortile con i vulcani e che sogna di andare sulla Luna "per alzare facilmente" gli oggetti pesanti.
A questo punto io e i miei colleghi ci siamo chiesti se la Scienza non potesse interessare allo stesso modo anche tanti altri bambini, e da qui nasce questa rubrica, che è un racconto degli esperimenti di lettura di mia figlia, dal punto di vista di chi è alto un metro e si sente come "i grandi" quando deve alzare il naso all'insù per guardare il cielo.Il primo libro che le ho comprato è "Il librone delle stelle e dei pianeti", un volume piuttosto grosso con grandi figure dai colori sgargianti e pochissimo testo, in vendita sia su Amazon sia su IBS per una decina di euro. Parla della Terra e di tutti gli altri pianeti del Sistema Solare, del Sole, delle stelle, delle galassie e fa qualche accenno all'esplorazione spaziale umana. Sono una trentina di pagine, e sono bastate per tenere banco un mese.
Quando l'ho portato a casa mia figlia non ha degnato la scatola di uno sguardo: era troppo piccola per contenere un gioco. Ho piazzato la scatola nella sua area di gioco e l'ho lasciata lì. Dopo tre giorni, con una buona dose di svogliatezza e dopo averci incespicato decine di volte, l'ha aperta. Ha sfogliato il librone con avidità e gli occhi che si spalancavano sempre di più, poi è corsa da me per farmelo vedere.
"Mamma vedi questa è la Terra, le macchie bianche sono le nuvole, il blu è il mare". Fin qui non era difficile. Gira pagina, apre le pagine ripiegate, pensa, poi vede qualcosa che attira la sua attenzione, i sassolini che tracciano una grande orbita attorno al Sole (la Fascia principale): "questi sono gli asteroidi che ogni tanto passano vicino alla Terra e che hanno ucciso i dinosauri"!
Per fortuna quello che sapeva finiva lì, quindi è iniziato il lungo interrogatorio a più riprese che è proseguito per giorni. "Questo pianeta così grande come si chiama? Chi ci abita? Ci possiamo andare? Perché no, c'è brutto tempo?". Se ne andava, poi tornava: "ma il Sole è davvero così grande? Perché ha i riccioli?". Ci ho messo del mio, ogni tanto calavo l'asso del bel video NASA del Sole, o quello della ricostruzione grafica del National Geographic della superficie di Venere, e l'ho conquistata.

Avere in mano il libro, portarselo in giro per casa e fuori casa è stato per lei uno degli elementi di successo di questo esperimento, perché ha potuto radiografarlo in ogni millimetro, farlo vedere a tutti, cercare di ricopiare i disegni e avere un'interazione concreta con concetti che potrebbero apparire astratti.
E anche se le pagine sono poche, quello che ho scoperto è che ad ogni figura può corrispondere un numero di domande tendente a infinito, e che ogni risposta è a sua volta un generatore automatico di domande. Per questo il Librone delle stelle e dei pianeti è stato il primo di una lunga serie di libri, anche su argomenti differenti perché, per esempio, a un certo punto ha voluto vederci chiaro sulle "macchie bianche" che ci sono sulla Terra, perché chiamarle nuvole a un certo punto non era più soddisfacente.
Siete disposti a replicare l'esperimento e vedere come va?