Libra di Facebook: Visa, Mastercard, Paypal e altri stanno pensando di sfilarsi

Visa, Mastercard, Paypal e altri colossi del sistema finanziario starebbero valutando la possibilità di sfilarsi dal progetto Libra di Facebook.

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a cura di Dario D'Elia

La criptovaluta Libra rischia di perdere il sostegno di Visa, Mastercard, Paypal e altri colossi del sistema finanziario. Il Wall Strett Journal ieri ha svelato che secondo fonti autorevoli gli operatori del settore sarebbero "riconsiderando il loro coinvolgimento" nel progetto.

Il timore è che invischiarsi in Libra porti a nuovi controlli da parte dei legislatori e dei funzionari governativi di Stati Uniti ed Europa. Probabilmente ogni nodo verrà affrontato durante il prossimo incontro della Libra Association previsto per giovedì a Washington e (probabilmente) risolto a Ginevra il 14 ottobre quando verrà messo a punto il nuovo Statuto per stabilire anche ogni ruolo delle organizzazioni aderenti.

La principale criticità riguarda il raggio d'azione di Libra e quindi se la criptovaluta sarà o meno legata a servizi bancari esterni a Facebook. Ad oggi le istituzioni finanziarie hanno espresso molte perplessità e dalla scorsa estate i malumori nell'ambiente sono stati registrati anche dal Financial Times. Inoltre, come se non bastasse, sia Washington che Bruxelles hanno espresso preoccupazioni per le implicazioni sulla privacy e sui mercati.

Mark Zuckerberg è teso e la conferma proviene da un inaspettato discorso che è trapelato al di fuori degli uffici californiani. Nella registrazione il fondatore ha criticato aspramente la senatrice Elizabeth Warren, probabilmente la più dura oppositrice di Facebook.

"Se viene eletta Presidente avremo una battaglia legale e scommetto che vinceremo", ha dichiarato Zuck. "Rimane per noi una prospettiva schifosa? Certo, non desidero imbarcarmi in un vasto ricorso giudiziario contro il nostro stesso governo. Non è la posizione in cui vorremmo essere. Amiamo il nostro paese e vogliamo lavorare con il nostro governo per fare cose positive. Ma, alla fine, se qualcuno ci minaccia con qualcosa di così esistenziale, bisogna lottare sino in fondo". A stretto giro, dopo la diffusione del "leak" sui media, la senatrice ha risposto su Twitter: "Quel che farebbe davvero schifo sarebbe non correggere un sistema corrotto che permette a gigantesche aziende quali Facebook di perpetrare pratiche illegali e anti-concorrenziali, di calpestare i diritti di privacy dei consumatori, e ripetutamente di fallire nella responsabilità di proteggere la nostra democrazia".

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