L'industria dell'Intelligenza Artificiale in Cina nasconde un lato oscuro che coinvolge studenti delle scuole professionali costretti a svolgere lavori noiosi e intensivi di etichettatura dei dati per soddisfare i requisiti di laurea. Questi giovani talenti sono spinti a svolgere questo compito per conto di aziende tecnologiche e produttori di automobili, spesso con le scuole che traggono profitto dai loro contributi.
Le scuole professionali promuovono questi stage come un modo per gli studenti di migliorare le loro prospettive di carriera, ma molti studenti ritengono che il lavoro somigli più a un lavoro su catena di montaggio: manodopera economica e manuale, con poche protezioni contro lo sfruttamento e gli abusi. La testata Restofworld ha intervistato un'ex studentessa, Lucy, che ha trascorso quattro mesi a etichettare dati come parte del suo stage di laurea in una scuola professionale nella provincia di Shandong. Lucy è stata pagata poco più di 1.000 yuan al mese (circa l'80% del salario minimo locale) per otto ore al giorno di lavoro sedentario. Inizialmente sperava di apprendere la programmazione, ma si è ritrovata coinvolta in attività tediose e senza valore formativo.
Questa situazione mette in evidenza la nuova classe di lavoratori digitali sottopagati della Cina, tra cui centinaia di migliaia di etichettatori di dati che alimentano l'industria dell'Intelligenza Artificiale del Paese. Gli etichettatori di dati svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo di nuove applicazioni, dall'intelligenza artificiale alla guida autonoma.
Negli ultimi anni, le aziende cinesi di etichettatura dei dati hanno collaborato con scuole professionali, reclutando studenti per svolgere questo lavoro noioso e intensivo, spesso a salari inferiori alla soglia minima, in condizioni precarie. Nel gennaio 2022, il Ministero dell'Istruzione ha pubblicato nuove regole che richiedono ai datori di lavoro di pagare agli stagisti uno stipendio minimo e vietano alle scuole di percepire commissioni. Queste regole proibiscono anche alle istituzioni educative di far svolgere agli studenti lavori "semplici e ripetitivi". In base a tali direttive, alcuni stage di etichettatura dei dati potrebbero essere considerati una violazione.
Le scuole professionali in Cina spesso richiedono agli studenti di svolgere tali stage obbligatori, che tradizionalmente hanno rappresentato una fonte di manodopera a basso costo per aziende di vario genere. Gli studenti iscritti a programmi di "Scienze dell'Informatica", "Big Data" e "Intelligenza Artificiale" finiscono per accettare i lavori più bassamente retribuiti nell'industria dell'IA.
Nonostante le scuole professionali pubblicizzino gli stage di etichettatura dei dati come un'opportunità per gli studenti di migliorare le loro prospettive di carriera e acquisire competenze legate all'IA, molti studenti ritengono che questi impieghi somiglino più a lavori manuali. Alcuni stagisti erano non retribuiti, mentre altri venivano pagati in base alla quantità di dati elaborati.
Queste condizioni di lavoro non riguardano solo gli stagisti di etichettatura dei dati, ma coinvolgono anche coloro che si dedicano alla moderazione dei contenuti, spesso esponendoli a contenuti traumatici. Gli studenti delle scuole professionali in Cina, molti dei quali provengono da contesti sociali svantaggiati, sono particolarmente vulnerabili agli abusi sul lavoro. Caso emblematico è quello di una studentessa costretta a vivere in un dormitorio durante il suo stage di etichettatura dei dati e non lasciata tornare a casa per sei mesi.
In un mercato del lavoro difficile con tassi di disoccupazione giovanile record, alcuni studenti universitari e delle scuole professionali decidono volontariamente di svolgere lavori di etichettatura dei dati per migliorare il proprio curriculum o guadagnare qualche soldo extra. Nonostante ciò, molti di loro finiscono per sentirsi come "lavoratori alla base dell'industria dell'IA", con un futuro professionale ancora incerto.