Durante la conferenza Enlit 2024 a Milano, il tema della transizione energetica ha dominato il dibattito, con un focus sull’urgenza di abbandonare definitivamente le fonti fossili. Relatori di spicco come Gwenaëlle Avice-Huet di Schneider Electric, Gianni Armani di Enel, e Greg Jackson di Octopus Energy hanno concordato sull’irreversibilità di questo processo, evidenziando il vantaggio crescente delle energie rinnovabili sia dal punto di vista economico che ambientale.
Greg Jackson ha chiarito che le energie rinnovabili hanno già raggiunto un livello di competitività economica tale da rendere obsoleti gli investimenti in centrali a gas. In particolare, Jackson ha dichiarato che “costruire una centrale a gas oggi sarebbe da pazzi”, poiché le fonti rinnovabili, come il solare e l’eolico, sono già più economiche, persino includendo i costi di stoccaggio dell’energia.
C’è poi la questione della competitività, particolarmente delicata in Europa. Nel 2023, la Cina ha costruito il 59% delle nuove fonti di energia rinnovabile a livello mondiale, dimostrando l’impatto concreto che tali tecnologie possono avere sulla scala globale. Allo stesso tempo, l’Europa è ancora in ritardo rispetto ad altre aree del mondo a causa di ostacoli burocratici e normativi che rallentano lo sviluppo delle infrastrutture.
Un altro punto chiave del dibattito è stata la previsione sull’evoluzione dei prezzi delle auto elettriche. Jackson ha dichiarato che entro il 2026 il prezzo delle auto elettriche sarà alla pari con quello delle auto a combustione interna. Questo cambiamento avrà un impatto trasformativo non solo sui mercati automobilistici, ma sull’intero sistema energetico, con un’accelerazione verso l’utilizzo di energie rinnovabili anche per il trasporto.
L’Europa deve diventare più agile e veloce
L’Europa si trova ancora in una posizione di svantaggio rispetto ad altre regioni del mondo per quanto riguarda la transizione energetica. Nonostante i progressi tecnologici, persistono ostacoli burocratici e regolamentari che ritardano la connessione di nuove fonti di energia rinnovabile alla rete.
Armani ha sottolineato che uno dei problemi principali è la necessità di semplificare i processi di autorizzazione e velocizzare lo sviluppo delle infrastrutture. Questo è un problema meno evidente negli Stati Uniti, dove i costi energetici sono generalmente più elevati, ma le regolamentazioni facilitano lo sviluppo delle energie rinnovabili. In Europa, l’ottimizzazione delle procedure potrebbe dare una spinta decisiva all’adozione delle rinnovabili, come evidenziato alla conferenza. Avice-Huet gli fa eco dicendo che un’accelerazione nella transizione potrebbe aggiungere un punto percentuale al PIL europeo, mettendo in luce l’enorme potenziale economico di un approccio più deciso.
L’elettrificazione dell’industria: uno scenario in evoluzione
Uno dei temi chiave emersi alla Enlit 2024 è stato il processo di elettrificazione dell’industria. Attualmente, solo il 25% dell’industria europea è elettrificata, un dato che mette in luce quanto lavoro resti ancora da fare per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione.
Il concetto di “industria elettrificata” si riferisce all’uso di energia elettrica, preferibilmente generata da fonti rinnovabili, per alimentare i processi industriali, sostituendo i combustibili fossili come gas e petrolio. Questo non solo porta benefici ambientali, ma migliora l’efficienza energetica, riducendo la dipendenza dell’industria europea da fonti energetiche inquinanti e non sostenibili. Tuttavia, il passaggio a un’industria completamente elettrificata è ancora lento, a causa di ostacoli economici, tecnici e burocratici che frenano le aziende. Inoltre, il ruolo delle politiche governative e degli incentivi fiscali è essenziale per supportare questo cambiamento.
Tra gli ostacoli tecnici, invece, Armani ha (prevedibilmente) sottolineato il ruolo centrale della rete di distribuzione, che deve essere naturalmente una Smart Grid: una rete intelligente e resiliente capace di gestire in modo ottimale le risorse energetiche rinnovabili.
In particolare, una rete intelligente si rende necessaria se si vogliono usare al meglio le nuove fonti energetiche: le energie rinnovabili, come il solare e l’eolico, sono caratterizzate da una produzione discontinua, in quanto dipendono da fattori climatici e naturali. Questo richiede una rete in grado di adattarsi rapidamente e di bilanciare la domanda e l’offerta in tempo reale. Inoltre, una rete resiliente deve essere in grado di affrontare i sempre più frequenti eventi meteorologici estremi, dovuti ai cambiamenti climatici, che possono compromettere la continuità dell’approvvigionamento energetico.
Parliamo di uno scenario che chiama a gran forza il software come elemento centrale - forse senza arrivare necessariamente al concetto di di sofware defined (ma forse sì). Solo con il giusto software, infatti, sono possibili quelle azioni di monitoraggio e adattamenti in tempo reale di cui ha bisogno la rete elettrica moderna.
Auto elettrica, esplosione del mercato nel 2026
Greg Jackson, CEO di Octopus Energy, ha ricordato che secondo alcuni dati entro il 2026 il prezzo delle auto elettriche raggiungerà la parità con quello delle auto a combustione interna, segnando un punto di svolta cruciale nella transizione verso la mobilità sostenibile.
L’impatto sui consumatori sarà immediato e profondo, anche perché non si tratta solo del prezzo di acquisto: anche i costi di mantenimento di una BEV sono nettamente inferiori rispetto a quelli di un’auto tradizionale. L’impatto si farà sentire in modo diretto anche sulla qualità dell’aria delle grandi città, dove il traffico su gomma gioca ancora un ruolo centrale.
Con l’aumento della produzione di energia rinnovabile, i costi continueranno a ridursi. Questo suggerisce che, dopo il 2026, l’adozione delle auto elettriche aumenterà rapidamente, trainata sia dalla convenienza economica sia da regolamenti più stringenti sulle emissioni di CO2.
Cina irragiungibile?
In questo scenario, sembra a volte che la Cina sia avanti a noi di molti anni. Il paese asiatico è oggi il leader mondiale nella diffusione dei veicoli elettrici, giocando un ruolo chiave nella transizione globale verso la mobilità sostenibile. Nel 2023, la Cina ha prodotto il 59% delle nuove fonti di energia rinnovabile a livello globale, utilizzando gran parte di questa energia per alimentare la crescente flotta di veicoli elettrici. Pechino ha molte carte a propria disposizione, a cominciare dal più alto numero di brevetti registrati, fino a un sistema di norme e incentivi per permettono una rapida evoluzione del settore energetico.
In diverse aree metropolitane, le auto elettriche rappresentano già la maggioranza dei veicoli in circolazione. Questa rapida adozione ha avuto un impatto diretto sulla qualità dell’aria in città che un tempo erano tra le più inquinate al mondo. Grazie alla riduzione delle emissioni di gas serra e particolato, l’aria in molte città cinesi è oggi molto più respirabile.
Intervista con Giorgio Tomassetti di Octopus Energy Italia
Giorgio Tomassetti, CEO di Octopus Energy Italia, aggiunge una visione specifica dedicata al nostro paese, dove l’azienda ha già annunciato un investimento da 1 miliardi di euro, con l’obiettivo di raggiungere il primo milione di clienti entro il 2025.
Tomassetti riconosce che il mercato italiano ha delle particolarità che lo rendono più complesso rispetto ad altri paesi, soprattutto per quanto riguarda le infrastrutture e l’accettazione culturale delle rinnovabili, ma rimane fiducioso che, con il tempo e grazie ai benefici economici per i consumatori, sarà possibile superare queste sfide.
Un elemento chiave del successo di Octopus Energy è proprio il software: in questo caso parliamo di una piattaforma SaaS che l’azienda offre anche come servizio ad altri. Si tratta di Kraken, un sistema operativo sviluppato da Octopus, progettato per ottimizzare la gestione delle energie rinnovabili, dalla produzione fino alla consegna ai clienti finali. Kraken ha un impatto significativo in termini di efficienza e riduzione dei costi energetici, permettendo un risparmio del 30-40% rispetto ai sistemi tradizionali.
Un altro tema trattato è il nucleare, verso cui Octopus Energy mantiene una posizione pragmatica. Tomassetti spiega che l’azienda non investe in centrali nucleari perché, sebbene queste possano essere una soluzione a lungo termine, i tempi necessari per vedere un ritorno dell’investimento non sono compatibili con la strategia di Octopus, che punta su soluzioni rapide e già disponibili, come il solare e l’eolico. Per Tomassetti, l’urgenza della transizione energetica richiede azioni immediate, mentre il nucleare, soprattutto nella sua forma attuale di fissione, richiede tempi troppo lunghi per entrare in funzione.
A tal proposito vale la pena ricordare che in altri scenari, invece, l’energia da fissione nucleare sta guadagnando terreno: è solo di pochi giorni fa la notizia che vede Amazon seguire l’esempio di Google e scegliere l’energia nucleare per alimentare i data center.
Una scelta possibile, tuttavia, in un tessuto economico e sociale dove possono nascere realtà come X-Energy; anche in questo caso, tuttavia, il denaro pubblico ha giocato un ruolo cruciale. Senza in fondi del Ministero dell’Energia X-Energy non esisterebbe, segno che il governo di Washington crede in un investimento a lungo termine. Altrove nel mondo la soluzione è ben diversa.
Le principali sfide emerse alla Enlit 2024 riguardano la velocità con cui le infrastrutture energetiche devono adattarsi per supportare la crescente domanda di energia rinnovabile.
I relatori sono concordi su diversi punti, come il fatto che la transizione ha già superato il punto di non ritorno, o sulla necessità di investimenti pubblici sostanziosi, ma ancora di più di normative che permettano alle aziende di fare di più in meno tempo. Un messaggio diretto in particolare alla commissione europea, alla guida di un territorio che sta restando indietro rispetto sia agli USA sia alla Cina.
L’Europa, pur avanzata in alcuni settori, deve imparare dall’efficacia e dalla velocità delle politiche cinesi. Greg Jackson di Octopus Energy ha sottolineato che la Cina non ha paura di investire massicciamente in infrastrutture e di semplificare le normative, un modello che l’Europa potrebbe adottare per accelerare la propria transizione.