Nel 2024, nonostante una robusta economia e società che fanno registrare prestazioni economiche sopra la media, le aziende tech continuano a licenziare lavoratori a un tasso preoccupante.
L'indice Nasdaq, dominato dalle aziende tech, mostra infatti un aumento impressionante, e l'economia statunitense ha aggiunto 353.000 posti di lavoro a gennaio, superando le previsioni degli economisti. Tuttavia, questa forza economica complessiva nasconde una serie di licenziamenti nel settore tech, sottolineando uno scollamento tra l'economia generale e le peculiarità di quest’area.
Nel 2024 il settore tech ha già visto oltre 42.324 dipendenti licenziati, una media di oltre 780 licenziamenti al giorno. Si aggiungono ai quasi 263.000 licenziamenti del 2023, indicando un trend continuo di tagli di posti di lavoro all'interno del settore. Grandi aziende come Google, Amazon.com Inc., Microsoft Corp, Discord, Salesforce Inc., eBay Inc. e PayPal Holdings Inc. hanno tutte annunciato licenziamenti significativi a gennaio, nonostante la crescita economica generale e le assunzioni in altri settori.
Diversi fattori contribuiscono a questa situazione paradossale. Primo, la rapida crescita dell'AI richiede significativi investimenti in nuove tecnologie, portando le aziende a riallocare risorse e ridurre il personale.
La risposta del mercato azionario ha giocato un ruolo importante; le aziende che hanno annunciato licenziamenti hanno spesso visto aumentare il valore delle loro azioni, suggerendo l'approvazione degli investitori degli sforzi per ottimizzare le operazioni e concentrarsi sulla redditività. Questo trend è amplificato dalla pressione di Wall Street, che, dopo una significativa vendita di azioni tech nel 2022, ha spinto le aziende a migliorare i propri bilanci tagliando i costi, inclusi i licenziamenti.
I licenziamenti nel settore tech riflettono un cambiamento strategico verso l'efficienza e la redditività, con le aziende che rivalutano la propria forza lavoro alla luce delle esigenze operative post-pandemic e dell'integrazione dell'AI nei loro modelli di business. Nonostante i licenziamenti, la domanda di ruoli legati all'AI dovrebbe crescere, seppur su scala più ridotta, poiché le aziende continuano a privilegiare gli investimenti in questo settore.
Questa ondata continua di licenziamenti, nonostante una presunta economia in crescita, ha colpito significativamente la forza lavoro, generando incertezza e una rivalutazione dei percorsi di carriera nel settore. La narrazione del tech come una scelta di carriera stabile e redditizia è messa in discussione, spingendo molti a considerare opportunità di impiego alternative o addirittura cambi di carriera.
Vale anche la pena menzionare il fatto che molte delle aziende in questione avevano assunto moltissime persone tra il 2019 e il 2021, e forse in questo momento sta diventando evidente il fatto che tutte quelle risorse umane non erano necessarie.
L’altro aspetto da considerare, poi, è la necessità di crescita continua imposta dal mercato azionario e dalle fondamentali tesi dell’economia moderna. Bisogna crescere ogni anno, ed è imperativo realizzare un’economia aziendale che prima di tutto riconosca agli azionisti e ai dirigenti la loro fetta di torta. Questo va fatto anche a costo di licenziare personale, e persino se a farne le spese è la quantità o la qualità della produzione. Eppure non si può crescere all'infinito, può capirlo anche un bambino.
Si tratta di una perversione del sistema dove l’azienda dovrebbe essere un gruppo di persone che partecipa alla realizzazione di un’obiettivo, e dove ognuna di queste persone riceve la sua parte di beneficio. Oggi invece si è consolidato il modello creato alla fine degli anni ‘70 del secolo scorso, secondo cui è del tutto tollerabile avere lavoratori in povertà e azionisti super-ricchi, e dove è desiderabile una società con una sostanziosa percentuale di disoccupati - che sono lo strumento perfetto per tenere basso il costo del lavoro.
Immagine di copertina: robuart