Quando hai per le mani un personaggio come Spider-Man, la cui attività editoriale va avanti ininterrottamente da oltre 50 anni, è logico sentirsi un po' spaesati se si deve stilare una lista delle storie migliori.
Ci abbiamo provato, complice la "road to Spider-Man" che sta aumentando il nostro hype nei confronti dell'uscita del gioco che, in esclusiva su PS4, ben presto arriverà sulle nostre console.
Ovviamente è plausibile che nessuna o solo alcune di queste storie saranno d'ispirazione alla trama del videogioco, che sin dalle primissime battute ha assunto le caratteristiche di un nuovo universo narrativo, raccontato da zero e fortemente influenzato dalla linea a fumetti "Ultimate", più che da quella classica.
Vista la storia del personaggio, i suoi bellissimi 50 anni di storie, e la voglia di rendervi più curiosi verso le sue origini a fumetti, ci siamo detti che forse valeva la pena provare a offrirvi una lista o una serie di consigli alla lettura di alcune tra le migliori vicende del personaggio.
Il capitolo finale
Una delle più belle storie ad opera di Steve Ditko, quella de "Il capitolo finale", è una storia molto classica a guardarla oggi, proprio perché forse fu quella che più sapientemente gettò le basi per la narrazione più classica del personaggio.
Zia May in pericolo, Peter nei guai per questioni di cuore, il peso della responsabilità sulle spalle di un eroe che fatica a far stare insieme maschera e libri di scuola.
L'angoscia del tempo che scorre, e il terrore di non riuscire a salvare i propri cari a causa sua, della maschera, dei "grandi poteri e grandi responsabilità".
La storia segna il passaggio di Peter all'età adulta, con il primo incontro tra questi e i personaggi di Gwen Stacy e Harry Osborn, entrambi a dir poco fondamentali per quella che sarà l'evoluzione psicologica del personaggio negli anni a seguire.
A dir poco spettacolari le splash page di Ditko, che nel 1965 dettò un nuovo standard per la costruzione delle tavole a fumetti, pregne mai fino ad allora di un innato dinamismo.
Una storia che oggi qualcuno definirebbe "semplice", ma che è in realtà la base di qualunque vicenda moderna dei "superoi con super-problemi" e, più in sintesi, la base di qualunque grande racconto dell'Uomo Ragno.
Spider-Man: Blue
Nel 2005 Jeph Loeb firma un contratto di esclusiva con Marvel.
L'autore è eclettico e intelligente, ed è reduce di un successo in casa DC che aveva consacrato alcune delle più belle storie dedicate a Batman agli inizi degli anni 2000.
Storie come Il Lungo Halloween, o il controverso ciclo Hush del Cavaliere Oscuro avevano solleticato non poco i lettori di fumetti americani, e Marvel si aspettava - giustamente - che l'autore americano desse il meglio di sé anche sugli eroi della casa delle idee.
Mantenendo quindi il lungo e proficuo sodalizio artistico con lo straordinario Tim Sale, Loeb dà vita ad una serie di storie, tutte caratterizzate da un colore dominante, e dedicate ai primi momenti della vita di alcuni supereroi Marvel.
Nascono così Hulk: Grigio, Capitan America: Bianco, Daredevil: Giallo e Spider-Man: Blue.
Ogni storia si concentra sulle origini, sui primi difficoltosi anni da eroe di ognuno dei quattro protagonisti, andandosi ad incastrare intelligentemente con quanto era già noto dei relativi personaggi, senza quindi riscriverne le origini.
Per Spidey, in particolare, si ripercorre la sua relazione d'amore con Gwen Stacy, raccontata con dolore dallo stesso Peter Parker, qui già sposato con Mary Jane, e intento a incidere un nastro audio per Gwen il giorno di San Valentino.
Un nastro che la ragazza, ovviamente, non potrà ascoltare, essendo morta sulle pagine di "La notte in cui morì Gwen Stacy".
Blue è quindi un racconto doloroso e toccante, che guarda ad una delle più grandi tragedie del personaggio non con gli occhi della maschera bensì con quelli dell'uomo, Peter Parker, la cui vita da Spider-Man ha portato a sacrifici spesso troppo gravosi.
Un tema certamente non inedito per il personaggio, ma qui finemente umanizzato.
Una storia dolce e amara, e forse il più bel racconto d'amore dedicato al personaggio che, pur ripensando amaramente al suo passato, si rende conto di essere quello che è grazie alle persone che gli sono state accanto, non ultima la sua incrollabile compagna di una vita: Mary Jane.
Il bambino dentro
La notte in cui morì Gwen Stacy
L'ultima caccia di Kraven
Una delle storie più belle, sfaccettate e complesse dedicate all'eroe, partorita dalla penna di mostro sacro J.M DeMatteis.
L'ultima caccia di Kraven è un forte racconto psicanalitico, che esplora il lato più oscuro dell'ambizione umana per mezzo della figura di Kraven, il solerte cacciatore russo la cui massima aspirazione è stata quella di catturare e uccidere l'Uomo Ragno.
Un racconto gotico, tenebroso, affascinante che, mito vuole, era originariamente stato scritto per Batman, salvo un rifiuto da parte di DC che portò DeMatteis a proporlo in casa Marvel.
E in effetti siamo vicini a quell'esplorazione del rapporto tra carnefice e vittima che da lì ad un anno avremmo poi apprezzato proprio in una mirabile storia del Pipistrello: quello spettacolare "The Killing Joke", che in ultima analisi ci portava a interrogarci sulla linea sottile che sussiste tra sanità e follia.
Che cosa succede quando un villain raggiunge il suo scopo? Che cosa succede a chi ha vissuto per tutta la vita un'ambizione che, infine, ha ottenuto la sua massima realizzazione?
DeMatteis scrive una storia profonda, toccante, persino commovente, dedicando ad uno dei più iconici nemici di Spider-Man il suo momento di gloria, eternamente consacrata alle pagine del fumetto.
Un racconto inestimabile che tutti, anche i meno avvezzi al mondo di Spidey, dovrebbero leggere.
Fan di Spider-Man? In attesa del gioco perché non dai uno sguardo alla nostra guida sulle statue da collezione?