La tassa di 50 centesimi a gigabyte che voleva imporre al governo ungherese per ora è archiviata. Merito delle migliaia di persone che nei giorni scorsi sono scese in piazza per protestare, dell'opposizione politica e delle aspre critiche piovute tanto dall'interno del paese quanto dall'esterno. "Questa tassa non si può introdurre nella sua forma attuale, perché il governo voleva una tassa sulle telecomunicazioni, ma il popolo la vede come una tassa su Internet", ha spiegato il primo ministro Viktor Orban.
Viktor Orban
"Se le persone non apprezzano qualcosa, e per di più lo considerano irragionevole, allora non bisognerebbe farlo. La tassa dovrebbe essere modificata. Questa va ritirata, e per ora dobbiamo farcene una ragione", continua il politico ungherese.
Si cercheranno quindi altri modi per tassare il denaro generato dal Web, quindi questa va considerata una tregua - non certo una vittoria per gli oppositori di Orban. Secondo alcuni osservatori questo politico è il simbolo di una pericolosa deriva autarchica, e questa tassazione solo un ulteriore strumento per il controllo delle comunicazioni all'interno del paese. Allo stesso tempo è anche un leader eletto che deve far fronte a un fortissimo debito nazionale, come in molti altri paesi del mondo. A fronte di conti in rosso, si può tassare anche Internet?