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Il verdetto di Tom's Hardware
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Questa settimana per la rubrica dei saggi di Scienza ho deciso di proporvi un pezzo da novanta. Non sarebbe corretto limitarmi solo a corteggiare i lettori inesperti (sicuramente in maggior numero) e snobbare i molti che si distinguono per competenze, che con il tempo si sono appassionati alle tematiche scientifiche abbastanza da capirne un bel po'. Ecco quindi "La strada che porta alla realtà" di Roger Penrose, un libro datato (così mi porto avanti sulle critiche) che non solo merita di essere letto, ma a mio modesto giudizio dovrebbe essere letto se si vuole tentare il salto dalla comprensione amatoriale della Fisica a un livello superiore.
L'autore non ha bisogno di presentazioni: matematico, fisico e cosmologo di grande prestigio, è autore di diversi testi di divulgazione scientifica, fra cui il più celebre scritto a quattro mani con Stephen Hawking (La natura dello spazio e del tempo). Rispetto a quest'ultimo, "La strada che porta alla realtà" è decisamente più complesso perché non mira alla divulgazione "nazional popolare", ma si rivolge a menti più raffinate, che abbiano una preparazione matematica di alto livello.
Questo perché Penrose si affida al suo primo amore, la matematica, da cui tutto parte e da cui anche noi dobbiamo partire se vogliamo comprendere la costruzione dell'edificio della Fisica su cui si basano tutte le teorie in discussione. Si parte dalla geometria che regge tutto l'impianto strutturale, per arrivare alle formule matematiche che servono per entrare nel merito della meccanica quantistica, superstringhe, dell'inflazione dell'Universo e molto altro.
Insomma pane per i denti di chi è motivato a imparare. Io mi ci sono messa per curiosità, e per una sorta di sfida perché anche se il mio rapporto con la matematica è controverso (ed è un eufemismo!) mi rosica non poter capire un argomento che mi affascina molto. Confesso che ho avuto più di un momento di sconforto, ma ho tirato dritto perché la filosofia che trasuda da ogni pagina è favolosa: Penrose imbastisce un discorso colloquiale, intenso e per nulla asettico, che parte dal presupposto che l'universo che ci circonda sia retto dalle leggi della matematica.

Ecco, con Penrose questa affermazione assume un significato immenso. Superata la prima metà del libro, tutta improntata sulla matematica, nella seconda parte, quella sulla Fisica, i concetti sembrano quasi ovvii, un naturale completamento di un discorso aperto nella prima parte. Oltre tutto si possono seguire diversi percorsi di lettura: chi non è all'altezza può saltare a pié pari gli esercizi che Penrose propone, tutt'altro che facili, e ci sono dei capitoli a sé stanti, come quello sulla teoria dei Twistor, particolarmente spinosi su cui si può sorvolare senza perdere lo spirito del libro, se proprio non ne potete più. Imperdibile invece l'ultima parte, dove la filosofia torna a farla da padrona e Penrose mette in gioco le sue considerazioni personali.
Qualcuno accetta la sfida?
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La strada che porta alla realtà | |
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