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a cura di Elena Re Garbagnati

Sabato 5 maggio alle 13:05 ora italiana decollerà dallo spazioporto Vandenberg, nel sud della California, il lander InSight della NASA, a bordo di un razzo Atlas V della United Launch Alliance. Al momento le condizioni meteo sono per il "go" all'80 percento, con l'unica incognita della nebbia che potrebbe ostacolare la visibilità.

InSight (abbreviazione di Interior Exploration Using Seismic Investigations, Geodesy and Heat Transport) sarà la prima missione interplanetaria della NASA a decollare dalla costa occidentale degli Stati Uniti, e se tutto andrà come da programma dovrebbe atterrare su Marte il 26 novembre, dopo un viaggio di 205 giorni e 485 milioni di chilometri.

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Un aspetto importante e inusuale di InSight è che si tratta di un lander: significa che la sua sarà una missione stazionaria, al contrario di quelle mobili a cui ci hanno abituati i rover Opportunity, Spirit e Curiosity. Questa peculiarità è fondamentale per il raggiungimento dei suoi principali obiettivi scientifici, che comprendono lo studio sulla composizione del suolo marziano e dell'attività tettonica di Marte. Ci si aspetta che il lander fornisca informazioni sulla dimensione e sulla composizione del nucleo, della crosta e del mantello del Pianeta Rosso, sul calore che lo attraversa, e sulla frequenza con cui i meteoriti impattano sulla sua superficie.

La NASA ha spiegato a suo tempo che "le precedenti missioni sul Pianeta Rosso ne hanno studiato la superficie, i canyon, i vulcani, le rocce e il suolo, ma ci sono dati ottenibili solo mediante lo studio dei segni al di sotto della superficie". Per questo motivo InSight ha in dotazione tre strumenti appositamente progettati: l'esperimento sismico (SEIS, acronimo di Seismic Experiment for Interior Structure), che avrà il compito di rilevare le onde sismiche prodotte dall'impatto di meteoriti, movimenti magmatici all'interno del pianeta o terremoti.

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La sonda termica Heat Flow and Physical Properties Probe, o HP3, capace di scavare circa 5 metri sotto alla superficie e rilevare il calore sotterraneo, e il RISE (Rotation and Interior Structure Experiment), progettato per fornire maggiori informazioni sulla composizione del nucleo marziano. Un braccio robotico lungo più di 2,4 metri posizionerà il sismometro e la sonda termica nella posizione corretta per le rispettive misurazioni, ed è inoltre dotato di una fotocamera che restituirà "viste a colori 3D del sito di atterraggio, del posizionamento degli strumenti e delle attività in corso".

Altra caratteristica di questa missione è che sarà affiancata per la prima volta da due CubeSat, due mini satelliti che invieranno informazioni a Terra relativi agli ultimi minuti di volo verso la superficie del Pianeta Rosso, per risparmiarci i "sette minuti di terrore" dell'atterraggio di Curiosity. Inoltre i due CubeSat serviranno a testare le comunicazioni nello spazio profondo.

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Chiudiamo ricordando che la missione InSight non è stata esente da problemi: il lancio era stato originariamente pianificato per il 2016, ma una perdita al contenitore sottovuoto dello strumento SESIS (ricondotta a una saldatura difettosa) verificata a ridosso della partenza ha fatto saltare la finestra di lancio programmata. Come noto Marte e la Terra si allineano in modo da favorire il viaggio verso Marte solo una volta ogni 26 mesi, per questo - sebbene la riparazione sia stata eseguita in tempi brevi - il lander InSight ha dovuto restare "parcheggiato" sulla Terra fino a metà del 2018. 


Tom's Consiglia

Se Marte vi affascina leggete la collana di libri Deserto rosso, in cui l'ambientazione e le strumentazioni degli astronauti sono fedelmente presi in prestito dai dati pubblici della NASA.

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