La lente a contatto smart alimentata a lacrime umane

Dallo stesso gruppo di ricerca che ha generato energia dal sudore, arriva la batteria alimentata a lacrime.

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a cura di Andrea Maiellano

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Un gruppo di ricercatori con base a Singapore ha presentato un sorprendente passo in avanti nel campo della generazione di energia, sviluppando una batteria, sottile quanto un micrometro, capace di accumulare energia dalle lacrime umane per alimentare lenti a contatto smart.

Sebbene la realizzazione di un prototipo praticabile, sia ancora un traguardo in via di raggiungimento, il potenziale delle lenti a contatto smart potrebbe rivoluzionare il modo in cui interagiamo con il mondo digitale. Queste lenti potrebbero fornire, difatti, indicazioni passo-passo, visualizzare notifiche, tradurre in tempo reale e presentare dati facilmente comprensibili, senza dover fare affidamento su dispositivi esterni come gli smartglass.

Tuttavia, l'alimentazione di queste minuscole lenti ha si è rivelata una sfida titanica. Nonostante i notevoli progressi nella tecnologia dei display, le batterie hanno faticato a tenere il passo, presentando un ostacolo fondamentale per tutta una serie di device che ,per certi versi, sarebbe già possibile realizzare, se non fosse per i problemi di alimentazione. Uno fra questi è proprio la lente a contatto smart, la quale  spesso richiede collegamenti, impraticabili, a fonti di energia esterne.

La mente brillante dietro questo progetto, il professor Lee Seok Woo dell'Università Tecnologica di Nanyang (NTU) a Singapore (sede già nota per aver scoperto come generare energia tramite il sudore umano), ha iniziato questo studio con una semplice domanda: è possibile ricaricare le batterie delle lenti a contatto utilizzando le lacrime?

La nuova batteria, che ha suscitato grande interesse nella comunità scientifica, funziona sfruttando il glucosio, e l'acqua, per generare energia. Entrambi questi elementi sono sicuri per il corpo umano e presentano un minor impatto ambientale rispetto alle batterie tradizionali quando vengono smaltiti.

Il dispositivo stesso è incredibilmente sottile, misurando meno di un millimetro. Costruito con materiali biocompatibili, è dotato di un rivestimento a base di glucosio. Questo strato reagisce con gli ioni di sodio e cloruro presenti nelle lacrime, generando energia che alimenta un circuito interno.

Un esperimento che simulava un occhio umano ha dimostrato la promettente efficacia di questa batteria. La quale è riuscita a produrre una corrente di 45 microamperes con una potenza massima di 201 microwatt, sufficiente per alimentare una lente a contatto intelligente.

In parole povere, questa soluzione, potrebbe risolvere il problema della ricarica di una lente a contatto smart. Il coautore dello studio, Li Zongkang, uno studente di dottorato presso la NTU, spiega che l'integrazione di trasmissione di energia wireless e supercondensatori presenta notevoli sfide a causa dello spazio limitato all'interno della lente. Invece, unendo la batteria e la cellula a combustibile biologica in un singolo componente, la batteria può ricaricarsi senza la necessità di spazio extra per componenti cablati o wireless.

Nonostante i progressi significativi, è importante sottolineare, però, che questa tecnologia è ancora lontana dall'essere pronta per essere fruita dal pubblico, in quanto al momento, la piccola batteria, può essere caricata e scaricata solo 200 volte, il che ha sollevato numerosi questioni sulla sua durata nel lungo termine.

Tuttavia, il team di ricerca sta già collaborando con numerose aziende produttrici di lenti a contatto per rendere questa innovazione una realtà accessibile in futuro e ,se tutto procederà come previsto, potremmo vivere in un mondo in cui le lacrime umane generano energia.