La calura estiva e la prospettiva dell'ombrellone o delle passeggiate in montagna (per chi deve partire) non invogliano molti ad immergersi in un bel saggio impegnativo di Matematica o di Fisica. Per questo ho tenuto da parte per l'ultimo appuntamento della rubrica libri (prima delle vacanze, ci rivediamo fra un paio di settimane!) una chicca da leccarsi i baffi: "La formula segreta dei Simpson. Numeri, teoremi e altri enigmi".
Un autentico libro per nerd e geek (di cui peraltro le pagine sono piene), scritto dal magistrale Simon Singh, autore fra gli altri di altri dei due capolavori L'ultimo teorema di Fermat e Codici e segreti. Protagonisti indiscussi sono Bart, Homer, Lisa e gli altri personaggi amati dai fan della serie, in una chiave che gli addetti conoscono molto bene: quella scientifica. Difatti non è un segreto che la Matematica sia una delle "armi segrete" dei Simpson, e che tra le fila degli autori ci siano molti laureati in questa disciplina (oltre che in Fisica). Singh in sostanza ha preso alcune delle scene più significative (alcune celeberrime) e degli aneddoti dei Simpson e le ha usate per spiegare ai lettori quello che c'è dietro.
Lettori a cui non sono richieste particolari conoscenze della materia, e che devono amare non solo i Simpson ma la loro ironia, di cui il libro è decisamente (e fortunatamente) ricco. Nelle spiegazioni poi entrano in ballo personaggi seri come Martin Gardner, Edison, Fermat, Richard Feynman, Stephen Hawking e molti altri, senza dimenticarsi l'aggancio all'immancabile Futurama.
Un libro imperdibile per molti motivi, a partire dal continuo riferimento alla cultura pop che dimostra di poter essere la chiave perfetta per far passare concetti snobbati da molti contemporanei, come simboleggia la frase emblematica di Bart rivolta a Lisa: "non posso crederci. Hai scoperto che la geometria serve a qualcosa nella vita!". Un chiaro esempio di come l'insegnamento della matematica possa avvenire al di fuori dei canoni tradizionali, e di come la differenza fra l'amare e l'odiare una materia non dipenda necessariamente dalla materia stessa, ma spesso da come viene proposta. Certo, così non si prende un dottorato, ma l'approccio fa riflettere, dopo avere divertito.
Divertire in questo caso è la parola d'ordine e l'autore c'è riuscito dimostrando di possedere una grande ironia, oltre che notevoli competenze in materia. Il libro si fa leggere piacevolmente, non è mai noioso o incomprensibile e regala anche un altro insegnamento che spesso molti dimenticano: per far ridere non bisogna essere stupidi, serve una cultura di base solida, abbinata alla grande creatività necessaria per convertire la conoscenza in gag. Se non ci credete leggete come nasce una puntata dei Simpson.
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Se siete appassionati dei Simpson un altro libro da leggere è La scienza dei Simpson. Guida non autorizzata all'universo in una ciambella.