La Commissione Europea chiede al resto del mondo di bloccare i siti pirata

Ci sono ancora tante persone che scaricano film e software pirata, ma la Commissione Europea ha un piano.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

La Commissione europea ha pubblicato il suo elenco biennale di Paesi non europei che non fanno abbastanza per bloccare i siti pirata. Nel documento si esprime la speranza (ma sembra un po’ anche una richiesta) che anche i paesi non europei comincino a bloccare gli indirizzi URL come si fa nel Vecchio Mondo.

La misura in questione è tutt’altro che perfetta, e anche le autorità europee ne sono più che consapevoli. Ma si è rivelata utile nel ridurre l’impatto della pirateria multimediale, e per questo sarebbe utile che anche altri territori non europei prendessero la stessa iniziativa.

In particolare, la Commissione ha stilato una lista di 13 paesi dove il problema è più grave. La Cina è in cima all’elenco ma non ci sono gli Stati Uniti, dove non esiste un regime di blocco simile a quelli che abbiamo in Europa.

"Alcune parti interessate fanno riferimento alla mancanza di misure efficaci a livello amministrativo o penale per bloccare i siti che violano le leggi e riferiscono che le ingiunzioni contro gli intermediari non sono facilmente disponibili", si legge nel rapporto della Commissione UE.

Come molti sapranno, tanto gli utenti quanto i siti possono evitare il blocco con relativa facilità. Il documento della Commissione cerca di affrontare anche questo aspetto, citando il problema del Domain Hopping: molti paesi UE aggiornano regolarmente la lista dei domini bloccati, per star dietro a continui cambiamenti sull’altro fronte.

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