La Cina ha 50 hacker per ogni agente FBI specializzato, ha dichiarato il direttore del Bureau, Christopher Wray. Le sue parole giustificano un po’ di prudenza ma senza arrivare all’allarmismo, visto che la dichiarazione fa parte di un discorso mirato a giustificare il rinnovo del budget - $11,4 miliardi per l’anno fiscale 2024.
"Una parte fondamentale della strategia del governo cinese per mentire, imbrogliare e rubare, per superarci come superpotenza globale è il cyber", ha affermato Wray. "La portata della minaccia informatica cinese non ha eguali. Hanno un programma di hacking più grande di tutte le altre grandi nazioni messe insieme e hanno rubato più dati personali e aziendali di tutte le altre nazioni grandi o piccole messe insieme".
Non posso nemmeno immaginare la portata dell’incidente diplomatico che nascerebbe se il capo della Polizia di Stato facesse dichiarazioni simili di fronte a una commissione parlamentare a proposito di qualunque paese, figuriamoci la Cina. Chiaramente, negli USA le cose funzionano diversamente.
Wray ha poi aggiunto che ci sono numerose indagini in corso che in qualche modo rimandano a gruppi di hacker finanziati da altri Stati, lasciando intendere che la Cina è solo il peggiore dei problemi, ma non l’unico.
"Sta diventando sempre più difficile discernere dove finisce la minaccia degli Stati nazionali e inizia quella dei criminali informatici", ha aggiunto il dirigente. “Ecco perché nella richiesta di bilancio di quest'anno vedrete che abbiamo bisogno di 192 posizioni cyber in più e di poco più di 63 milioni di dollari".