Introduzione
I siti di shopping comparativo sono diventati di assoluto riferimento per tutti i surfer statunitensi - e non solo - che hanno dimestichezza con l'e-commerce. Un'occhiata su Shopping.com, Shopzilla e PriceGrabber, ed è subito chiaro quale sia il negozio con il prodotto più conveniente, o con la migliore policy di reso. Lo scorso anno grandi corporation hanno speso circa 1,7 miliardi di dollari per metterci le mani sopra.
Ovviamente la speranza – già parzialmente confermata - è che quella sia la strada da battere per dominare il mercato online. Gli analisti concordano, ma hanno fatto notare che all'orizzonte si sta profilando un nutrito gruppo di competitor che oltre a giocare la carta della "comparativa online" cerca di rimettere in discussione l'intero modello di business. Jellyfish, TheFind e MyTriggers - come tanti altri - rappresentano la nuova frontiera della comparativa basata sul social-networking o sul Wiki-shopping.
"I siti di comparison shopping sono in grande crescita", ha confermato Gian Fulgoni, presidente di ComScore Networks. "Dall'ottobre 2005 all'ottobre 2006 hanno aumentato il numero dei clienti del 14%: praticamente 8 milioni in più. Un bel risultato anche se bisogna considerare che rispetto al numero di surfer statunitensi complessivi (173 milioni) si tratta solo di poco più del 30%".
Shopping.com, Shopzilla e PriceGrabber sono stati acquistati rispettivamente da eBay, E.W. Scripps e Experian, soprattutto perché il modello pubblicitario di riferimento è il pay-per-click di Google. Di fatto i siti di comparative non fanno altro che mostrare i link ai prodotti dei vari e-shop. Non è altro che marketing con un servizio di ranking integrato.