Iran e bitcoin: un miliardo in arrivo?

Elliptic dedica un'analisi al rapporto tra Iran e bitcoin. Dopo i blackout di febbraio 2021, Teheran investirebbe in criptovalute per aggirare embargo USA

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a cura di Dario Oropallo

A febbraio abbiamo ipotizzato che una serie di blackout in Iran fosse addebitabile alle mining farm locali. Per limitare eventi simili, altri stati si sono adoperati a limitare il mining di criptovalute: è il caso della Turchia, che ha regolamentato il mining secondo le norme contro il terrorismo e il riciclaggio, e la Cina, che ha così rafforzato il suo bitcoin. Anche se non rientra tra i paesi "crypto-friendly", l'Iran torna a far parlare di sé e del rapporto con le criptovalute. Cosa sta accadendo a Teheran?

Secondo i report di Reporters Without Borders, la Repubblica Islamica dell'Iran è uno dei paesi in cui la libertà di stampa è maggiormente ostacolata. Elliptic, azienda statunitense specializzata nell'analisi blockchain per la solidità delle criptovalute e partner di Coinbase, ha usato le sue competenze per analizzare in che modo l'Iran potrebbe avvantaggiarsi delle mining farm presenti sul suo territorio e delle criptovalute che queste estraggono. In un post sul blog aziendale, il cofondatore di Elliptic e chief scientist Tom Robinson ha spiegato "Come l'Iran usi il mining di bitcoin per aggirare le sanzioni ed "esportare" milioni di barili di petrolio" e "cosa possono fare le istituzioni finanziarie per gestire i rischi".

Elliptic stima che "il 4,5% mondiale del mining di bitcoin ha luogo in Iran", ciò permetterebbe alla Repubblica Islamica di "guadagnare un miliardo di dollari in criptovalute che possono essere utilizzati per acquistare importazioni e aggirare le sanzioni". "Gli Stati Uniti - ricorda Elliptic - impongono un embargo economico quasi totale all'Iran, compreso un divieto su tutte le importazioni e sanzioni sulle istituzioni finanziarie iraniane. Le esportazioni di petrolio sono crollate del 70% [...] lasciando il paese in una profonda recessione con un'impennata della disoccupazione e periodi di disordini civili".

Secondo il report, l'Iran sfrutterebbe la produzione interna di petrolio per rifornire di energia economica le mining farm. Questa possibilità attirerebbe anche investimenti internazionali, in particolare da parte della Cina e delle sue aziende. "Diverse imprese cinesi hanno ottenuto licenze di mining e conducono operazioni nel Paese. Queste compagnie oggi collaborano con l'esercito iraniano, che ha provveduto a chiudere le mining farm illegali. Secondo Elliptic "una mining farm particolarmente grande, [...] è stata costruita in collaborazione con l'esercito". In ultima analisi, il mining consente all'Iran di vendere il proprio petrolio in maniera indiretta: l'energia e il petrolio in eccesso sono usati per estrarre bitcoin, poi liberamente scambiati sui mercati globali.

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