In Siberia, si sa, fa freddissimo, specialmente d'inverno. Riscaldare un appartamento dunque non dev'essere economico considerando quante ore è necessario tenere acceso il riscaldamento, eppure c'è chi lo riscalda senza spendere soldi, anzi guadagnandoci qualcosa ed evitando persino di "inquinare". Non ci credete? Guardate il breve video qui di seguito, che illustra la semplice idea di due imprenditori locali: sfruttare il calore prodotto dall'hardware impiegato per minare Bitcoin per riscaldare casa guadagnando al contempo circa 430 dollari al mese.
Come sapete infatti minare criptomonete richiede un hardware dedicato dall'elevata capacità di calcolo, che assorbe quindi corrente e produce parecchio calore. Questo genera un incremento dell'assorbimento energetico, contribuendo al riscaldamento globale.
I due imprenditori siberiani hanno quindi pensato di non "sprecare" questo calore ma di riciclarlo in maniera produttiva, così da compensare almeno parzialmente la maggior produzione di energia con un minor utilizzo del riscaldamento (le caldaie a metano o le stufe a pellet sono infatti tra le maggiori fonti di inquinamento dell'aria).
I tubi che trasportano l'acqua per il raffreddamento dei due sistemi dedicati al mining, scorrono sotto al pavimento del cottage utilizzato per l'esperimento, contribuendo così al suo riscaldamento mentre producono al contempo circa 430 dollari al mese, una cifra che eccede quella spesa mensilmente per riscaldare casa, generando così non solo un risparmio ma un guadagno.
Ora Ilya Frolov e Dmitry Tolmachyov, i due imprenditori siberiani, si augurano che altri seguano il loro esempio, dislocando i sistemi per il mining nelle abitazioni private anziché tenerli raggruppati in grandi farm.
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