Già qualche tempo fa vi avevamo riportato la notizia di problemi con la nuova piattaforma antipezzotto, che aveva oscurato siti innocenti. All’epoca, Aruba era intervenuta informandoci che, in realtà, si trattava di un test programmato e che nessun sito era stato colpito, ma stavolta sembra che il problema ci sia davvero.
Il Piracy Shield, studiato per bloccare gli streaming pirata imponendo agli ISP di bloccare entro 30 minuti gli indirizzi IP segnalati, avrebbe colpito alcuni indirizzi di una CDN. L’operazione ha effettivamente oscurato il sito dedicato allo streaming, ma ha anche reso inaccessibili siti web completamente legali e legittimi.
Secondo i report, il sistema antipezzotto sarebbe intervenuto su degli indirizzi segnalati per lo streaming di film pirata, colpendo una decina di IP appartenenti a Zenlayer, CDN partner di Cloudflare. Il blocco ha portato all’impossibilità di accedere a siti e servizi leciti distribuiti da Zenlayer, come il provider cloud cloud4c e la console di controllo della CDN stessa, entrambi irraggiungibili dall’Italia ma visibili dall’estero.
Stiamo parlando di danni collaterali che non dovrebbero assolutamente esserci, dal momento che minano pericolosamente attività legittime. Cosa succederà quando Piracy Shield bloccherà “per sbaglio” un servizio diffuso ed essenziale per la maggior parte dei cittadini?
Attivarsi per bloccare gli streaming illegali tramite IPTV è più che giusto, ma va fatto in maniera sensata e precisa. Piracy Shield deve necessariamente essere gestito da persone competenti, che hanno le capacità di identificare quali IP possono effettivamente essere bloccati e quali no.
Di sicuro, AGCOM non naviga in acque tranquille: non è così semplice riuscire a identificare e bloccare unicamente i flussi dei provider di IPTV, forse al momento non ci sono nemmeno i mezzi per farlo; ma è un passo in avanti essenziale per evitare che casi come questo si ripetano e creino, potenzialmente, danni ben più grandi di quelli visti finora.