È stato venduto per 435.000 dollari il ritratto di Edmond de Belamy, la prima opera d'arte generata da un algoritmo a ricevere l'approvazione dei mercanti d'arte e la (calda) accoglienza dei compratori. La vendita, di cui aveva avuto notizia qualche giorno fa, è stata registrata presso la casa d'aste Christie's, una tra le più importanti al mondo.
Presentato come Generative Adversarial Network su tela e con un algoritmo al posto della firma, il ritratto era valutato tra i sette e i diecimila dollari. E così quest'opera si guadagna una seconda volta gli onori della cronaca, oggi per aver attirato un prezzo notevolmente maggiore rispetto a quello stimato. Il compratore, come accade spesso, ha preferito restare anonimo.
Il quadro è stato "dipinto" da un algoritmo Generative Adversarial Network, vale a dire una Rete Antagonista Generativa. Un sistema che prevede apprendimento automatico non supervisionato: si mettono due reti neurali "una contro l'altra" per così dire, affinché imparino da sole a fare qualcosa scambiandosi mutuamente feedback continui.
Nel caso specifico la programmazione era mirata alla realizzazione di ritratti appunto, e il database di partenza conteneva alcune decine di migliaia di opere esistenti. Una soluzione tecnica di cui abbiamo già parlato molte volte e anche, volendo cercare il pelo dell'uovo, relativamente obsoleta: come dimostrato nel 2017, infatti, tramite SRGAN (Super Resolution GAN) si ottengono risultati pressoché perfetti.
L'obiettivo qui, tuttavia, non era riprodurre in modo fedele le immagini esistenti ma piuttosto vedere se in qualche modo gli algoritmi possono essere creativi – approccio per il quale esistono anche le reti neurali di tipo CAN (Creative Adversarial Network), che probabilmente possono offrire risultati anche più interessanti dal punto di vista scientifico.
Tuttavia qui non si tratta (solamente) di ricerca scientifica. Si tratta soprattutto di capire, e di valutare in denaro, l'impatto dell'Intelligenza Artificiale sulla cultura umana, sul nostro modo di pensare, sul nostro sentire, sulla percezione del bello, su concetti difficili come appunto l'Arte.
La vendita dell'Edmond de Belamy segna quindi un punto rilevante nella Storia dell'Arte. Solo il tempo ci potrà dire se sarà un momento importante, di quelli memorabili, o un capriccio estemporaneo. Che ne pensate?
Molti di noi l'hanno studiata a scuola, ma un buon manuale di Storia dell'Arte non dovrebbe mancare nella vostra biblioteca.