Anche in Italia sta esplodendo il caso delle cosiddette "droghe sonore" che vanno sotto il nome di iDoser. Il Nucleo speciale frodi telematiche della Guardia di Finanza ha avviato un monitoraggio della situazione e rilevato siti e forum che diffondono informazioni al riguardo.
Il principio attivo di queste droghe sembra essere legato all'effetto di alcune onde sonore sul cervello. Pare che le frequenze tra i 3 e i 30 Hertz possano innescare reazioni inaspettate e sollecitare l'attività cerebrale, in modo simile alle droghe. Ecco quindi un fiorire di file audio dai nomi più ammiccanti: marijuana, cocaina, alcol, etc.
La somministrazione avviene tramite ascolto, la distribuzione invece tramite il classico downloading dalla Rete - quindi via P2P, siti specializzati e altro. Su YouTube vi sono un gran numero di filmati che sembrano svelare i possibili effetti.
"Le onde comprese tra 3 e 30 hertz, gli infrasuoni, ovvero le frequenze su cui lavora il cervello umano, sono in grado di innescare le più diverse reazioni e sollecitare in maniera intensa l'attività cerebrale. Le onde alfa, ad esempio, che vanno da 7 a 13 hertz, hanno un potenziale effetto rilassante, ma ce ne sono altre che ottengono l'effetto opposto, cioè euforizzante o eccitante. Basta inserire questi infrasuoni - che l'orecchio umano non percepisce - dentro un brano musicale, e il gioco è fatto", ha spiegato il colonnello Umberto Rapetto della Guardia di Finanza al Corriere della Sera. "L'uso di questi infrasuoni non è sconosciuto alle forze di polizia, che all'estero li usano come deterrenti, ad esempio nelle discoteche per calmare i ragazzi. Il loro uso è anche documentato storicamente in campo militare".
"Sui rischi per la salute derivanti dall'uso di queste cyber-droghe non ci sono evidenze", ha aggiunto il colonnello. "Attendiamo risposte dagli esperti, ma è necessario riflettere".
"Il fatto che una stimolazione sonora ad hoc possa avere particolari conseguenze sul cervello non è una sorpresa", ha commentato Michelangelo Iannone, ricercatore dell'Istituto di Scienze Neurologiche del Cnr di Catanzaro. "Abbiamo infatti osservato e misurato di recente l'effetto sommatorio del suono e dell'ecstasy sul cervello di animali da esperimento".
"In particolare abbiamo somministrato ad alcuni topolini una dose minima di ecstasy, incapace di produrre alcun effetto neurologico e abbiamo poi somministrato agli stessi anche una dose di suono a 95 decibel, cioè il massimo consentito, teoricamente, nelle discoteche, riscontrando un potenziamento degli effetti dell'ecstasy. Non solo, aumentando la dose iniziale di ecstasy abbiamo ottenuto col suono un potenziamento dell'effetto che è durato cinque giorni".
"Questo spiega anche perché alcuni tipi di stupefacenti, come per esempio proprio l'ecstasy, siano consumate in quantità particolarmente significative in occasioni come i rave-party dove, evidentemente, la musica produce un 'amplificazione dei suoi effetti".
Per quanto riguarda i rischi di dipendenza da iDoser l'esperto sostiene che vi possano essere dei rischi. "Se una stimolazione nervosa esiste è verosimile che avvenga attraverso l'azione su determinati neuro-trasmettitori, come per le altre droghe, quindi è sicuramente possibile ipotizzare meccanismi e conseguenze non dissimili. Senza studi in merito non si può dire di più e si possono solo fare ipotesi, ma si tratta di ipotesi molto ragionevoli", ha concluso il ricercatore.
AGGIORNAMENTO: Secondo Paolo Attivissimo si tratterebbe di una colossale bufala... Per quanto riguarda invece le frequenze ascoltabili la questione sarebbe ben diversa da quanto sostenuto dal Corriere. "In realtà si tratta di binaural beat: due suoni, a frequenze udibili e riproducibili dalle cuffie normali, e leggermente differenti l'uno dall'altro come frequenza: per esempio, uno è a 300 Hz e l'altro è a 307. Ascoltati in cuffia, in modo che uno solo dei due suoni raggiunga ciascun orecchio, producono un terzo suono per battimento. Per fare un paragone stiracchiato, è come se vi arrivasse un mi in un orecchio e un fa nell'altro e il vostro cervello generasse una nota che è la differenza fra il mi e il fa", spiega Attivissimo sul suo sito.