L’Intelligenza Artificiale sta portando grandi cambiamenti più o meno ovunque, ma in campo medico le novità a cui assistiamo sono forse quelle più entusiasmanti. Di recente, per esempio, i medici sono intervenuti su un paziente paraplegico, che ha recuperato la possibilità di muovere un mano, con il senso del tatto.
L’incredibile risultato è possibile grazie a chip e sensori impiantati direttamente nel cervello, e ad algoritmi IA che riescono a interpretare i segnali. L’esperimento è stato portato a termine presso il Feinstein Institutes for Medical Research di New York.
Ci sono voluti mesi per mappare il cervello del paziente, individuando così le aree specifiche del movimento del braccio e della sensazione del tatto. Poi c’è stato un intervento durato 15 ore, per impiantare i sensori e i chip.
L’idea è di creare una sorta di “cablaggio alternativo” per ripristinare la connessione tra i nervi e il cervello, interrotta da un trauma. "Quello che abbiamo fatto è stato un bypass, quindi abbiamo aggirato il blocco. In pratica stiamo usando un computer per leggere i pensieri di Keith (il paziente, NdR) e poi tradurli in una macchina che stimola la sua mano in modo che possa muoverla", ha spiegato il chirurgo, Dottor Dr Ashesh Mehta.
Un aspetto notevole è che il sistema è bidirezionale: gli stimoli possono andare dal cervello alla mano/braccio per il movimento, ma anche nella direzione contraria per il senso del tatto. Ciò è possibile grazie a sensori aggiuntivi posizionati sulla punta delle dita e sul palmo della mano.
"È quasi come ingannare il sistema nervoso per farlo funzionare", ha detto Mehta.
Secondo i medici il paziente potrebbe “invertire definitivamente alcuni dei danni subiti dall'incidente”. Al momento è in grado di grattarsi il viso e pulirsi il naso, azioni per cui prima aveva bisogno di aiuto.
Con il tempo, si spera che il cervello e il corpo sviluppino nuovi percorsi di comunicazione. Secondo Chad Bouton, (Istituto di Medicina Bioelettronica del Feinstein Institutes) questo tipo di ponte elettronico funziona come le rotelle e aiuta a riqualificare il midollo spinale e a rafforzare le connessioni al suo interno
"Se riusciamo a risvegliare alcuni di questi circuiti danneggiati e rimasti dormienti per anni, allora non ci saranno limiti", ha aggiunto.
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