I Google Glass, dopo un periodo di prova e sviluppo pubblico, non sono diventati un prodotto commerciale. L'appeal è frettolosamente scemato tra polemiche sulla privacy e disquisizioni sul design, oltre che sull'effettiva utilità del prodotto. Molti lo vedono come una soluzione ideale solo in determinati ambiti, come il settore medico.
Al di là di tutte le considerazioni più o meno sensate che si possono fare, una cosa è certa: Google non vuole mollare il colpo e per questo ha reso i Glass una divisione indipendente (nota come Project Aura) gestista da Tony Fadell, patron di Nest. In principio erano un mero progetto sperimentale del laboratorio Google X.
Fadell e i suoi uomini stanno lavorando non solo sul funzionamento del prodotto, ma anche sul design. Secondo il sito The Information sono almeno tre i prototipi di "Google Glass del futuro" creati dal team, uno dei quali sarebbe privo di schermo e apparirebbe come una sorta di cuffia (headset) incentrata sull'audio, capace di funzionare probabilmente con comandi vocali.
Un prodotto che all'apparenza sembra tradire le caratteristiche fondanti dei Glass, ma è bene ricordare che prima di tutto Google vorrebbe realizzare un dispositivo di computing usabile senza l'ausilio delle mani: che sia un occhiale e una variante sul genere, forse non è così importante.
Non è da escludersi tuttavia che alla fine del percorso di riprogettazione Google adotti una strategia fatta da più dispositivi: un occhiale per determinati ambiti e qualcos'altro, come la soluzione "solo audio", per un altro tipo di pubblico, come gli sportivi.
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