Il Garante per la protezione dei dati personali ha multato il Comune di Trento per violazioni della privacy nei progetti di ricerca "Marvel" e "Protector". Questi progetti prevedevano l'utilizzo di telecamere, microfoni e analisi dei dati dai social network per migliorare la sicurezza urbana, e sono stati realizzati con fondi europei. Il Garante ha rilevato molteplici violazioni della normativa sulla protezione dei dati, inclusa l'assenza di un quadro giuridico adeguato e tecniche di anonimizzazione insufficienti.
Simili forme di sorveglianza negli spazi pubblici possono modificare il comportamento delle persone e condizionare anche l’esercizio delle libertà democratiche.
Il Garante ha sanzionato il Comune con una multa di 50.000 euro e ordinato la cancellazione dei dati trattati in violazione della legge. Il caso ricorda che municipi, enti pubblici e autorità sono sempre tenuti a rispettare le norme vigenti, anche se si tratta di azioni nate dal desiderio di migliorare la sicurezza. Quando si tratta di dati personali, valgono sempre i principi della trasparenza e dell'accountability.
Ti preoccupa il diffondersi della sorveglianza di massa?
L’Autorità si è comunque dichiarata come sempre aperta al dialogo, sia con il Comune di Trento sia con ogni altra amministrazione, per dare supporto ad ogni eventuale futura iniziativa di uso dell’AI da realizzare in conformità con le norme sulla privacy.
Il progetto "Marvel" mira a individuare situazioni di rischio tramite analisi video e audio, andando a registrare ciò che accade sulle strade e anche registrando singole conversazioni. "Protector" invece aggiunge l’analisi dei post sui social media, alla ricerca di linguaggio d’odio e segnali di possibili minacce.
Nonostante alcune attenuanti, il Garante ha stigmatizzato le modalità invasive di trattamento dei dati, sottolineando i rischi per i diritti e le libertà dei cittadini.
Il Garante si è dichiarato aperto al dialogo per future iniziative di utilizzo dell'IA conformi alle norme sulla privacy, mentre il Comune di Trento è chiamato a migliorare le pratiche di trattamento dei dati.
La dicotomia tra sicurezza e privacy è un tema centrale nei dibattiti contemporanei sulla sorveglianza, e la recente diffusione degli strumenti IA ha reso la discussione ancora più complessa.
Da una parte diventa molto più semplice ed economico osservare e sentire tutto, delegando agli algoritmi il compito di trovare eventuali criticità. Dall’altra però questi nuovi strumenti mettono i cittadini - tutti i cittadini - sotto una costante osservazione. E non a tutti piace l’idea che governi e amministratori sappiano tutto ciò che facciamo.
Si ripropone quindi la dicotomia tra il desiderio di maggior sicurezza, da una lato, e dall’altro la necessità di garantire diritti fondamentali come quello alla riservatezza, di movimento o di espressione.