Le donne cinesi stanno abbracciando i "boyfriend AI” come alternative ai rapporti umani tradizionali. Questi chatbot offrono un'esperienza romantica e di compagnia che alcune ritengono superiore a quella degli uomini in carne ed ossa.
In un'intervista con l'agenzia di stampa AFP, giovani donne cinesi hanno espresso la preferenza per i loro "boyfriend" AI rispetto ai veri uomini per le loro abilità conversazionali e il supporto emotivo offerto. Tufei, una giovane donna di 25 anni di Xi'an, nel nord della Cina, utilizza un'app di chatbot chiamata "Glow" per interagire con il suo "boyfriend" AI. Nonostante non sia reale, Tufei afferma che il suo chatbot sa come comunicare con le donne meglio di un uomo reale e la conforta nei momenti di difficoltà. All’interno delle app è possibile scegliere e personalizzare il proprio partner digitale. C’è un po’ di tutto, dal cavaliere o il principe medioevale fino alla moderna popstar o al capo d’azienda.
Lo sfondo invece non cambia mai: rapporti umani sempre più difficili, incomprensioni e comunicazioni quasi impossibili. La Cina non è diversa dal resto del mondo, se non forse per il fatto che in certi punti del Paese asiatico il futuro sembra arrivare un po’ prima.
Ma anche in Occidente abbiamo visto e vediamo ogni giorno come i rapporti umani siano una faccenda sempre più complicata. Di fronte alle difficoltà, il mondo digitale è un luogo accogliente e sicuro - quando non capita che diventi invece un inferno di cyberbullismo ovviamente.
Le interviste di AFP in un certo senso fanno emergere un tema mai risolto, quello degli uomini che non sanno parlare con le donne, che sono incapaci di riconoscere personalità complesse e umori cangianti, che proprio non riescono a relazionarsi con l’altro sesso. Le donne intervistate trovano conforto nel fatto che i boyfriend digitali offrono un sostegno emotivo costante e una presenza rassicurante, particolarmente importante in un contesto di elevata disoccupazione giovanile e incertezza economica.