Huawei pronta a denunciare il Governo USA, in un tribunale del Texas

Huawei si appresta a denunciare il Governo USA presso un tribunale del Texas per la norma che le vieta di fare affari con la Difesa.

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a cura di Dario D'Elia

Huawei si prepara a portare in tribunale il Governo degli Stati Uniti, pur di difendere le sue attività commerciali. Oggi The New York Times scrive che almeno due fonti autorevoli – coinvolte nella questione – avrebbero confermato il prossimo coinvolgimento del Tribunale di Eastern District of Texas, dove il colosso ha un quartier generale.

L'azienda entro la fine della settimana depositerà una denuncia per contrastare la legge che l'anno scorso ha vietato alle agenzie federali della Difesa di impiegare tecnologie di rete e di videosorveglianza di Huawei e ZTE. La strategia degli avvocati pare essere quella di dimostrare che l'atto legislativo è stato formulato su misura per colpirla. Un'azione che agli studiosi di legge richiama alla mente l'antico "bill of attainder", atto di disonore. Anticamente – dal 1300 al 1700 – la legislazione anglosassone e quindi anche quella "americana" prima dell'approvazione di uno specifico atto costituzionale, prevedeva la possibilità di annullare i diritti civili e di proprietà di una persona. In questo modo chiunque era alla mercé dei regnanti.

Huawei, stando alle fonti del quotidiano newyorchese, vorrebbe quindi stanare il Governo e portare a dibattimento la questione. Washington, nel caso i giudici accettassero il caso, sarebbe quindi costretta a fornire prove a sostegno della sua tesi. Da ricordare infatti che fino a oggi le accuse nei confronti di Huawei non sono mai state accompagnate da documentazioni ufficiali che ne comprovino qualche responsabilità nelle attività cyber di Pechino.

Sempre questa settimana è attesa l'audizione presso la Corte Suprema di British Columbia (Canada) per dirimere il caso della responsabile finanziaria di Huawei – arrestata il primo dicembre 2018. Il Dipartimento di Giustizia canadese ha dato l'autorizzazione a procedere nei confronti di Meng Wanzhou avviando formalmente il processo di estradizione per gli Stati Uniti. Mercoledì 6 marzo i giudici dovranno iniziare a valutare se il trasferimento della dirigente è compatibile con le leggi canadesi.

L'estradizione infatti è possibile, secondo gli esperti, solo nel caso in cui l'atto criminale contestato dagli Stati Uniti sia previsto anche dall'ordinamento canadese. Ciò varrebbe per l'accusa di frode bancaria - uno dei capi di imputazione – ma non per quella di violazione dell'embargo nei confronti dell'Iran. Insomma, sarà una partita giocata sul filo del dibattito legale.

Senza contare il peso della politica, poiché Huawei è un ottimo partner industriale e vanta diversi centri di ricerca a Vancouver, Ottawa, Montreal e Waterloo (Ontario) che impiegano 1100 persone.

"Il nostro cliente sostiene di essere innocente in relazione agli illeciti contestati e che il procedimento giudiziario e l'estradizione negli Stati Uniti costituiscono un abuso dei processi legali", ha dichiarato l'avvocato della difesa David Martin.

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