I colossi cinesi Huawei e ZTE rischiano di essere sbattuti fuori dal mercato statunitense per spionaggio. Il rapporto redatto dall'Intelligence Committee, anticipato in queste ore dai deputati Rogers e Ruppersberger, sostiene che l'influenza di Pechino potrebbe mettere a rischio la nazione. Motivo per cui le aziende statunitensi dovrebbero tenersi alla larga da Huawei e ZTE, e l'Amministrazione Obama intervenire per dirimere definitivamente la questione.
Huawei al momento è la seconda azienda al mondo nel campo delle apparecchiature TLC (router, switch, etc.); ZTE invece è al quinto posto. In ambito mobile invece ZTE e Huawei detengono rispettivamente il quarto e secondo posto, quanto a ricavi. Insomma, metterle alla porta vorrebbe dire privare il mercato di due protagonisti indiscussi.
Il timore USA
"L'impatto sarebbe limitato se il rapporto si riferisse solo alle apparecchiature di telecomunicazioni, ben altra storia se fossero inclusi anche i cellulari", ha commentato Huang Leping, analista di Nomura Securities.
Il problema "cinese" è balzato agli onori della cronaca l'anno scorso, quando è stato impedito ai due colossi di partecipare a una serie di appalti strategici. In verità è dal 2009 che le autorità statunitensi si interrogano sulla loro affidabilità. Gli uffici stampa ZTE e Huawei hanno più volte provato a difendere il buon nome dei rispettivi brand parlando di suggestioni ingiustificate. Il portavoce del Ministero degli Esteri cinese, Hong Lei, sostiene che vi siano dei pregiudizi e che le aziende del suo paese abbiano sempre rispettato le regole di mercato.
Il rapporto dell'Intelligence Committee è il frutto di quasi un anno di indagini ma secondo gli esperti manca di prove tangibili, che però potrebbero essere contenute nella versione secretata che sarà consegnata al Ministero di Giustizia e alla Sicurezza Interna. In linea di massima l'unica certezza per ora è che le due aziende non sono riuscite a soddisfare tutte le richieste di documento del Committee: nello specifico le informazione dettagliate sui rapporti formali o l'interazione prevista dalla legge con le autorità cinesi. Infine si vocifera di una serie di allegati frutto di interviste con esperti e impiegati Huawei che confermerebbero presunti reati di concussione, corruzione, discriminazione e violazione del copyright.
"Trovate un altro fornitore se vi importa della proprietà intellettuale, della privacy dei consumatori e della sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America", ha dichiarato il presidente del Committee Mike Rogers durante il programma televisivo "60 Minutes" di CBS News.