Huawei e ZTE dovrebbero sparire dall'Europa, ma non ci sono i soldi per farlo

Il Commissario UE Breton chiede il divieto delle apparecchiature 5G di Huawei e ZTE per motivi di sicurezza, mentre più Paesi si muovono nella stessa direzione.

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a cura di Valerio Porcu

Senior Editor

Aggiornamento 22/06/2023: aggiunta la dichiarazione di Huawei

Il Commissario europeo Thierry Breton ha sottolineato la necessità che tutti gli Stati membri dell'Unione Europea (UE) vietino l'uso delle apparecchiature 5G di Huawei e ZTE. La preoccupazione che guida questa spinta è la potenziale attività di spionaggio da parte del regime cinese, messo in atto tramite due aziende su cui Pechino ha un controllo pressoché totale.  

Breton ha definito Huawei e ZTE "fornitori ad alto rischio" e ha ribadito la richiesta di vietare completamente le loro apparecchiature in tutta l'UE. “Ribadito” perché non è affatto la prima volta che si tocca l’argomento, ma finora solo pochi paesi hanno iniziato a fare qualcosa di concreto. 

Breton ha avvertito che questa inazione rappresenta un rischio significativo per la sicurezza dell'intera UE e dei suoi cittadini, poiché crea dipendenze e vulnerabilità all'interno del blocco.

Questa rinnovata spinta all’azione contro Huawei e ZTE fa seguito a un aggiornamento del rapporto Toolbox on 5G Cybersecurity Implementation, della Commissione europea, pubblicato originariamente nel 2020. Il rapporto iniziale non citava esplicitamente alcun fornitore ad alto rischio, ma la versione aggiornata individua direttamente i due giganti cinesi delle telecomunicazioni come fonte di preoccupazione.

Sebbene non tutti gli Stati dell'UE abbiano ufficialmente vietato le apparecchiature 5G di Huawei e ZTE, una maggioranza significativa dei 27 Paesi membri si sta muovendo in questa direzione. Circa 21 Paesi hanno già adottato un quadro legislativo per la valutazione dei rischi, mentre altri tre sono in procinto di emanare leggi per affrontare la questione.

Perché tanto ritardo? Perché stiamo parlando di disfare e rifare praticamente tutta l’infrastruttura di telecomunicazioni europea, e i costi in gioco sono di quelli che manderebbero in crisi più di un governo. Quindi si temporeggia, si lascia che gli appelli cadano nel vuoto, si aspetta che succeda qualcosa di roboante che giustifichi una scelta difficile, magari si spera che l’UE faccia una legge, così poi i governi nazioli potranno dare la colpa a Bruxelles. 

Una volta che le nuove leggi saranno in vigore, comunque, i Paesi membri potranno vietare l’uso di apparecchiatura ZTE e Huawei nei nuovi impianti, e chiederne la rimozione da quelli esistenti. 

I due colossi asiatici stanno affrontando gli stessi problemi anche negli Stati Uniti, Regno Unito e India.

Huawei ha inviato una dichiarazione in risposta alle dichiarazioni del Commissario UE:

Huawei si oppone fermamente ed è in disaccordo con i commenti fatti dai rappresentanti della Commissione Europea. È evidente che questi non si basano su valutazioni verificate, trasparenti, obiettive e tecniche delle reti 5G.

Allo stesso tempo, Huawei comprende la preoccupazione della Commissione europea di proteggere la sicurezza informatica all'interno dell'UE. Tuttavia, restrizioni o esclusioni basate su giudizi discriminatori comporteranno seri rischi economici e sociali, ostacolerebbero l'innovazione e porterebbero distorsioni nel mercato dell'UE. Ad esempio, un rapporto di Oxford Economics fa emergere che l'esclusione di Huawei potrebbe comportare un aumento dei costi degli investimenti nel 5G fino a decine di miliardi di euro, e a pagarli saranno i consumatori europei.

Individuare pubblicamente una singola entità come "HRV" (High Risk Vendor) senza una base legale è un’azione contraria ai principi del libero commercio. È di fondamentale importanza sottolineare che la valutazione discriminatoria dell'"HRV" non deve essere applicata a nessuna azienda senza una procedura giustificata e un'adeguata audizione. In qualità di operatore economico nell'Unione Europea, Huawei gode di diritti procedurali e sostanziali, e dovrebbe essere tutelata dalle leggi dell'UE e degli Stati membri, nonché dai loro impegni internazionali.

La sicurezza informatica è la principale priorità di Huawei. La nostra azienda ha a disposizione un Cyber Security Transparency Centre a Bruxelles. Questo centro è aperto ai clienti e alle organizzazioni che operano test indipendenti. Queste realtà sono invitate a eseguire test e verifiche di sicurezza equi, oggettivi e indipendenti, secondo gli standard e le best practice di sicurezza informatica riconosciuti dal settore. Continuiamo a impegnarci nel fornire prodotti e servizi certificati e affidabili a livello globale, in grado di connettere milioni di europei.