HTC ha denunciato Apple per la violazione di una serie di brevetti relativi a tecnologie mobili, ma l'aspetto curioso è che li aveva acquisiti la settimana scorsa da Google. La vicenda non può che far sorridere e sottolineare ancora una volta l'esigenza di una profonda revisione del sistema di gestione brevetti.
Questo "pacco sorpresa" confezionato per Apple si deve praticamente a Google, che meno di un anno fa ha acquistato quattro brevetti da Motorola, tre da Openwave Systems e due da Palm. All'improvviso e senza apparenti spiegazioni (il portavoce di HTC si è cucito la bocca per l'occasione) questo primo settembre si è consumato il passaggio di mano tra il colosso di Mountain View e quello di Taoyuan (Taiwan).
Si accende lo scontro tra HTC e Apple
Gli strateghi del settore sostengono che in verità si sia trattato di un banale rifornimento d'armi tra alleati. HTC in pratica dovrebbe disporre così di sufficienti munizioni per difendersi dagli assalti di Apple, ormai con il dente avvelenato nei confronti del mondo Android. "È un piccolo cambio dei giochi", sostiene Will Stofega, analista di IDC. "Google era interessato a proteggere le sue licenze con Android. Adesso dimostra che ha bisogno di supportare i propri clienti per essere sicura di tenerli legati".
La questione di fondo è che Apple invece di sfidare frontalmente Google preferisce prendersela con i suoi partner, alimentando nel campo avverso sempre più scontento. Ecco quindi motivato questo cambio di strategia: Google ha deciso di sostenere attivamente i propri clienti, e la recente acquisizione di Motorola e il suo portfolio brevetti sarà certamente utile alla causa.
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"Google sa che HTC è sotto un'incredibile pressione legale attuata da Apple e chiaramente su un binario perdente", pensa Florian Mueller, esperto del settore proprietà intellettuale. "Questa presa di posizione di Google aumenta la possibilità di un contenzioso diretto con Apple".
In ogni caso HTC ha deciso di sfidare l'azienda della mela in Delaware, sostenendo che i suoi Mac, iPhone, iPod, iPad, iCloud e iTunes violano 8 brevetti. Nello specifico correlati a tecnologie che consentono l'aggiornamento software wireless, un modo per trasferire dati tra un microprocessore e chip di supporto, un metodo per archiviare le preferenze dell'utente e un metodo per attivare una connessione continua tra un'applicazione software e un modem radio.
A questa denuncia bisogna aggiungere quella depositata ieri presso lo U.S. International Trade Commission (ITC), che sfrutta i medesimi brevetti Google ma punta a ottenere un bando sull'importazione dei prodotti incriminati.