Hewlett-Packard si è convinta a vendere webOS, il sistema operativo mobile ricevuto in dote con l'acquisizione di Palm nel 2010. Secondo fonti vicine all'azienda contattate da Reuters, HP avrebbe affidato l'incarico a Bank of America Merrill Lynch di individuare una soluzione per recuperare una parte del miliardo e duecento milioni spesi per l'operazione Palm. Al momento si stima un "prezzo di listino" di qualche centinaio di milioni di dollari. Ai tempi si pensava che webOS potesse essere utilizzato su tutti i dispositivi della linea (desktop, notebook, tablet, etc.) in modalità dual-boot.
webOS per tutti, o quasi
A distanza di un anno, com'è risaputo, il colosso di Palo Alto ha fatto marcia indietro. E così è iniziato una sorta di corteggiamento dei vecchi predendenti Palm: da Google a RIM. Sono stati tirati in ballo anche i nomi di IBM, Oracle, Intel. Samsung ha negato ogni interesse e sono girate voci anche su Qualcomm. Dopodiché qualche settimana fa il nuovo amministratore delegato Meg Whitman è ritornata di nuovo sul tema.
"La divisione Personal Systems Group è una componente chiave della strategia di HP, pensata per siglare rapporti di valore e di lunga durata con i consumatori, le piccole e medie imprese e i clienti enterprise. Il consiglio di amministrazione di HP è fiducioso del fatto che la divisione PSG possa guidare una crescita che porti a profitti", ha dichiarato.
E così sono ripartite le speculazioni su un possibile ritorno di fiamma nei confronti di WebOS, ma a quanto pare gli analisti hanno capito male. E forse hanno dimenticato anche il blocco delle vendite degli smartphone Pre e del tablet Touchpad.
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"Non abbiamo nessun nuovo commento da fare sul rapporto Reuters", ha dichiarato il portavoce HP. "Abbiamo detto a tutti che stiamo valutando possibilità per ottimizzare il software webOS. Niente è cambiato".