HP sta facendo il possibile per aumentare i guadagni che ottiene dai clienti che comprano le sue stampanti, e come riporta The Register sono molto contenti dei risultati. La strategia, molto nota ormai, consiste nel forzare la sottoscrizione di abbonamenti per la fornitura di inchiostri da una parte, e dall’altra nel fare quanto possibile (e anche di più) per impedire l’uso di cartucce non originali.
Si innesca così un meccanismo noto come lock-in, in cui il consumatore si scopre appunto “bloccato” nel suo rapporto con un singolo fornitore. Se vuoi continuare a usare la stampante devi accettare le condizioni imposte, oppure devi comprarne un’altra di un marchio diverso, andando così ad affrontare una spesa extra - e creando anche un danno ambientale del tutto prevenibile.
HP non è l’unica che adotta strategie di questo tipo, ma è sicuramente quella più famosa su questo tema, e forse quella più aggressiva. E ne sono ben contenti in effetti, come dimostrano le recenti dichiarazioni di Marie Myers, direttrice finanziaria di HP (CFO), ha parlato alla conferenza UBS Global Technology, di fronte agli investitori.
"Vediamo assolutamente che quando si sposta un cliente da un modello puramente transazionale... sia che si tratti di Instant Ink, sia che si aggiunga la carta, vediamo una sorta di aumento del 20% del valore di quel cliente, perché si blocca quella persona, impegnandola in una relazione a lungo termine".
Meyers si riferisce a un abbonamento con cui HP, a fronte di un costo fisso mensile, spedisce le cartucce a casa del cliente ogni volta che la stampante segnale che ce n’è bisogno. L’azienda conta su oltre 11 milioni di abbonati. Myers ha dichiarato "davvero orgogliosa" del fatto che HP sia riuscita ad "alzare la marginalità grazie a "mosse coraggiose e modelli in evoluzione".
Questa “evoluzione” significa che pur stampando sempre meno ci troviamo a spendere sempre di più per stampare. Il che è l’esatto contrario del concetto di evoluzione: in uno scenario evolutivo, dove sopravvive il più adatto, avremmo dovuto assistere alla chiusura di almeno una o due aziende del settore della stampa. I rimanenti dovrebbero cavarsela con profitto minori.
Ma naturalmente una conferenza di investitori non è il luogo dove si possa parlare di profitti minori. Sono i salotti dove si celebra la crescita costante come unica divinità; e ci si dimentica che la crescita fine a sé stessa non ha nulla a che fare con l’evoluzione. Concettualmente è una cosa più simile al cancro.