Hong Kong verso il ban delle criptovalute

Le autorità finanziarie di Hong Kong potrebbero sottoporre i trading exchange di criptovalute locali a nuove regole, che ne limiterebbero fortemente l'uso.

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a cura di Dario Oropallo

Mentre l'Iran investe nelle criptovalute per aggirare gli embarghi statunitensi, la Cina ha ridimensionato altri bitcoin per favorire il suo yuan digitale. Anche il governo di Hong Kong starebbe valutando l'adozione di nuove regole per i trading exchange di criptovalute al dettaglio. Di cosa si tratta?

Secondo quanto rivelato dalla Reuters, la proposta è che gli exchange di criptovalute che operano a Hong Kong debbano essere autorizzati dalla Hong Kong Exchanges and Clearing Limited (HKEX), autorità locale che si occupa di monitorare e regolamentare il mercato. Gli exchange saranno autorizzati a fornire servizi solo agli investitori professionali, secondo le proposte del governo pubblicate venerdì 21 maggio. Le autorità di Hong Kong desiderano garantire la massima protezione agli investitori e prevenire il riciclaggio di denaro sporco, similmente alla Turchia.

Sono decine gli exchange di criptovalute che operano a Hong Kong, che figura nella lista delle città "crypto-friendly". Finora il governo di Hong Kong aveva adottato un approccio "opt in": gli scambi in criptovalute potevano essere autorizzati dalla Securities and Futures Commission, ma non erano obbligati a farlo. La proposta non è una sorpresa: il Financial Services and the Treasury Bureau di Hong Kong ha diffuso i risultati di una consultazione, su un possibile divieto del trading al dettaglio di criptovalute, avviata già nel novembre 2020.

Secondo le leggi di Hong Kong, gli investitori professinali sono coloro che posseggono un portafogli del valore di 8 milioni di dollari di Hong Kong (circa 1 milione di dollari US). Ciò escluderebbe circa il 93% degli investitori attivi nella metropoli. Secondo il FSTB, il divieto di trading al dettaglio delle criptovalute è necessario almeno nella fase introduttiva delle licenze per i bitcoin. Qualora queste proposte fossero approvate, il regime di licenze proposto sostituirebbe anche l'attuale opt-in per gli scambi di criptovalute in città. Diversi stakeholder dell'industria delle criptovalute di Hong Kong hanno espresso la loro insoddisfazione per questa proposta, sostenendo che le nuove regole non favorirebbero l'innovazione finanziaria.

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